Ottobre è il mese del Monte Amiata. Con tanto di hashtag #AmiatAutunno, sito internet http://www.amiatautunno.it/ ed un calendario di eventi inevitabilmente un po’ troppo uguali fra di loro, ma che sono altrettanti motivi per decidere di andare a far visita a questo “gigante” dai due versanti, uno senese ed uno grossetano, di cui è impossibile non subire il fascino.
Tanti anni fa, Amiata voleva dire neve e gite domenicali a sciare fin dal mese di novembre. Oggi che ad ottobre si fanno ancora i bagni in mare e di neve non se ne vede più neanche a gennaio, ecco che l’Amiata può essere elemento di attrazione per tantissimi altri motivi. Peraltro già tutti racchiusi e ben distribuiti lungo quello che è l’Anello sentieristico dell’Amiata, che è allo stesso tempio un itinerario da seguire ed una guida permanente a tutto quello che una montagna è in grado di offrire a chi abbia gambe, occhi, papille gustative e soprattutto cuore aperto per poterlo ricevere e godere.
Se guardiamo al programma della Festa d’Autunno che inizia proprio questo fine settimana ad Abbadia San Salvatore – e qualunque cosa sull’Amiata non può che da partire dal suo centro più importante – si viene letteralmente travolti: prima di tutto è tempo di castagne e di tutti i piatti legati a questo prodotto, autentica base di un’intera economia della zona; poi il Museo minerario, con le visite guidate a bordo del fascinosissimo trenino; il percorso geologico a Bagni San Filippo oppure il Sentiero delle Sorgenti a Vivo d’Orcia, che è esattamente quella “acqua del Vivo” che per generazioni di senesi significa riaprire nostalgie e leggende di famiglia. E poi da alcuni anni sta prendendo piede anche in Italia la passione per il foliage, ossia per fotografare, dipingere o semplicemente guardare e contemplare i colori delle foglie nei boschi di autunno, e salendo lungo i 1732 metri del Monte Amiata è evidente che si incontrano tante fasce di vegetazione.
Ma accanto alla castagna, ecco che si avanzano anche i funghi – che sono al centro degli appuntamenti del fine settimana successivo (15-16 ottobre) a Bagnolo, Arcidosso e Vivo d’Orcia – mentre a Seggiano non un solo fine settimana, ma praticamente due mesi sono dedicati all’olio extravergine di oliva di Olivastra Seggianese, protagonista anche del Museo dell’Olio diffuso.
Né potete pensare che io mi dimentichi di segnalarvi la 50ma edizione, mica uno scherzo, del Crastatone di Piancastagnaio (avete tutto il tempo per metterlo in agenda: 28 ottobre – 1° novembre) che si annuncia così travolgente da far tremare la mura della Rocca Aldobrandesca.
Roberto Guiggiani
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