Qualcosa si muove attorno ai quattro siti Unesco iscritti al patrimonio dell’umanità che si trovano in provincia di Siena e che sono – forse non tutti li conoscono – San Gimignano, il centro storico di Siena, Pienza e la Valdorcia.
Finalmente, dico io. Perché fino ad oggi le uniche cose che si trovavano in merito a questa ricchezza straordinaria (i siti Unesco in Italia sono in tutto 51, in Toscana 7: averne 4 è assolutamente un privilegio mondiale) erano due-paginette-due su www.turismo.intoscana.it e www.terresiena.it, assolutamente meritorie e di buona volontà, ma poco incisive e poco attraenti per un turista. Che anche se noi non lo sappiamo – esterofili in tutto meno che nel turismo – ma in molti paesi i siti Unesco suscitano un interesse ed una capacità di attrazione molto superiore che nel nostro paese.
Prima c’è stata la Ultramarathon San Gimignano-Siena, 50 km tutti da correre con negli occhi, anche se appannati dalla crescente fatica, la meraviglia di percorrere la Via Francigena con scenari che sembrano quelli di qualche secolo fa (ed il 28 febbraio è in programma la seconda edizione).
Poi, solo qualche giorno fa, nell’ambito delle Passeggiate d’autore promosse dal Comune di Siena in collaborazione con Toscanalibri, ecco spuntare una “camminata”, quella del prossimo 23 gennaio, dedicato ai vent’anni dell’inserimento (1995) del centro storico nel patrimonio Unesco, sul quale sta peraltro per andare in approvazione il nuovo piano di gestione triennale.
Infine, ecco una iniziativa congiunta Fondazione Musei Senesi e Parco della Valdorcia per quattro passeggiate (dal 17 ottobre al 1° novembre) raccolte sotto il nome di Festival Unesco, finanziato anche dal Ministero dei Beni culturali.
Ecco che prende così forma, forse in modo involontario, una serie di appuntamenti che accendono i fari su tutti i quattro siti Unesco della nostra provincia, sempre all’insegna del turismo lento e sostenibile, quello fatto a piedi, con tutto il tempo di vedere e capire quello che ci troviamo di fronte e magari poi di tornare per andare a vedere altre cose, prendendo proprio come “scusa” quella di conoscere il patrimonio dell’umanità che abbiamo sotto casa.
Speriamo che il ventaglio di opportunità venga organizzato ancora meglio, stavolta in maniera voluta e non per caso.
Roberto Guiggiani