“In compenso si poteva apprezzare quella meraviglia europea che è il Po, con il suo sistema di golene, di sentieri, di ponti, di spiaggette: che, se fossimo un paese davvero civile e colto, riusciremmo a farlo diventare un luogo di turismo naturalistico in cui far venire svedesi, norvegesi e finlandesi, tutta quella gente eroica indifferente alle zanzare e all’umidità, a pratica il birdwatching lungo la pianura, per finire poi nel terramare selvaggio del Delta, oppure a organizzare campi estivi di nudisti, così le zanzare li pungono meglio, e rispedirli infine a casa loro tutti soddisfatti ancorché gonfi di punture e bozzi”.
Rileggo sempre volentieri queste parole di Edmondo Berselli, tratte dal libro Quel gran pezzo dell’Emilia (Mondadori, 2004) ed ogni volta mi riaccendono la voglia di andare a trovare il nostro grande fiume: davvero un mondo a parte, così distante e diverso da ogni altro ambiente ed ecosistema italiano. Un mondo lungo 652 km e veramente sconosciuto, perché nessuno lo ha mai pensato come un itinerario turistico, come invece avviene lungo altri grandi fiumi europei. Un itinerario reso ancora più interessante dalla diversità dei luoghi che attraversa.
E qui non si può che ricordare che il più grande cantore del Po, Gianni Brera (“Il mio vero nome è Giovanni Luigi Brera. Sono nato l’8 settembre 1919 a San Zenone Po, in provincia di Pavia, e cresciuto brado o quasi fra boschi, rive e mollenti (…) Io sono padano di riva e di golena, di boschi e di sabbioni. E mi sono scoperto figlio legittimo del Po”) guardava al fiume con rispetto e timore, dicendo che le sue acque attraversano troppe terre da vino per non avere poi la sbornia, cattiva, ed allagare i paesi.
Per me, la zona più affascinante è la Bassa, con la sua umidità micidiale sia in estate, sia in inverno, e soprattutto con i suoi confini che nessuno è in grado di tracciare, quasi fosse un organismo vivente in continua evoluzione.
Tanto che perfino l’enciclopedia del XXI secolo, ossia Wikipedia ne pubblica una mappa, ma specificando che va intesa “a grande linee ed in maniera approssimativa”. La Bassa di Sabbioneta (la piccola capitale cinquecentesca di Vespasiano Gonzaga Colonna) e di Busseto, la città natale di Giuseppe Verdi. La Bassa di gioielli architettonici come Fontanellato e Colorno. La Bassa metafisica di Brescello e Gualtieri, i luoghi dei libri e dei film di Peppone e Don Camillo, personaggi eterni di Giovanni Guareschi.
Roberto Guiggiani
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