Il carcere di Santo Spirito a Siena si è trasformato in un palcoscenico d’eccezione. Il protagonista? Maurizio Lastrico, attore e comico genovese, che ha regalato ai detenuti una mattinata di spettacolo, improvvisazione e confronto umano.
Di scena al Teatro dei Rinnovati con il suo monologo “Sul Lastrico” – sold out per tre sere di fila – Lastrico ha voluto portare un assaggio della sua arte anche a chi, per ovvi motivi, non poteva assistere dal vivo. Ma il suo non è stato un semplice racconto di aneddoti e successi: il comico ha creato un vero e proprio spazio di condivisione, alternando risate, riflessioni e performance improvvisate.
Dopo un esilarante gioco di parole sulla lettera “P” – in stile Perec – con cui ha descritto le tragicomiche peripezie dei neopatentati alle prese con il parcheggio, l’attore ha ripercorso il suo viaggio artistico. Dalla formazione al Teatro Stabile di Genova al primo provino fallito a 19 anni, fino alla nascita del suo inconfondibile stile: quelle celebri terzine dantesche in endecasillabi che lo hanno reso un volto amatissimo della comicità italiana.
Ma la vera magia è scattata quando Lastrico ha deciso di coinvolgere il pubblico: stimolato dai suggerimenti dei detenuti, si è lanciato in un’improvvisazione in un napoletano sui generis, scatenando applausi e risate. E tra un aneddoto e una battuta, ha reso omaggio ai suoi grandi maestri, Gigi Proietti e Dario Fo, pilastri della scena teatrale italiana.
Quello che sembrava un semplice spettacolo si è trasformato in un laboratorio teatrale a cielo aperto. Lastrico ha mostrato le basi della recitazione e dell’improvvisazione: postura, voce, sguardo, attenzione ai dettagli. E, con la sua innata capacità comunicativa, ha reso tutto coinvolgente, accessibile e divertente.
Il momento più toccante? Quando alcuni detenuti hanno condiviso le proprie poesie. Alessandro, con versi ironici dal sapore toscano, e Salvatore, con testi più profondi e malinconici. Lastrico, colpito dalla loro intensità, ha dato consigli sinceri su come coltivare questa passione e trasformarla in un’opportunità espressiva.
Un’ora e mezza di energia pura, risate e scambio autentico, che ha lasciato un segno sia nei detenuti che nell’attore stesso. A rendere possibile questo incontro speciale, anche Vincenzo Bocciarelli, direttore artistico dei Teatri di Siena, che ha creduto nella forza dell’arte come strumento di connessione e crescita.
E così, per un giorno, il teatro ha abbattuto le sbarre, regalando a tutti un momento di libertà.