Visto dai 400 metri di altezza di Larino – antichissima città dei Frentani (fondata intorno al XII secolo avanti cristo), il Molise si trasfigura: da piccola regione di 300 mila abitanti tanto spesso al centro di ironie e battute poco piacevoli, ad immensa città-giardino, dove i suoi piccoli paesi sono i quartieri e la campagna coltivata ancora secondo le buone regole di chi la terra la conosce e la ama è un vero e proprio giardino all’italiana.
Se c’è in Italia un luogo dove la parola “ruralità” assume un significato forte è proprio il Molise, per tanti versi ultimo baluardo – grazie anche alle sue piccole dimensioni ed alla collocazione geografica periferica – di una agricoltura che proprio perché legata alle tradizioni assume carattere di grande modernità. Ed è proprio questa la bellezza del Molise: questo alternarsi di paesi di poche migliaia di abitanti e di campagna curata con grande attenzione.
Con tante piccole sorprese, come ad esempio Ururi, con i suoi abitanti sono di cultura e lingua arbereshe, una minoranza etno-linguistica albanese che si stabilì in Italia fra il 1400 ed il 1600 e che si ritrova anche a Campomarino, Portocannone e Montecilfone. Oppure Agnone, la città sannita dove ha sede quello che viene unanimemente considerato il più antico stabilimento di campane, forse attivo già nell’anno 1000, o giù di lì: la Pontificia fonderia Marinelli. O il Museo del Paleolitico di Isernia che racconta la storia dell’insediamento della Pineta, risalente a 736 mila anni fa.
La grande città-giardino che è il Molise ha anche il suo tratto di mare, che è Termoli, con il suo antico borgo marinaro, il castello svevo, la cattedrale ed una meravigliosa tradizione di cucina marinara, di cui u’bredette, ennesima e sempre gustosa versione di Brodetto dei pescatori dell’Adriatico, è soltanto il punto di partenza.
E qui si aprirebbe tutto il capitolo della cucina molisana, con l’olio extravergine di oliva ed i tartufi bianchi, le zuppe ed i formaggi, le verdure di stagione ed i vini, così radicata sul territorio e lontana da contaminazioni che non sono certo destinate a durare nel tempo.
E dunque il mio consiglio è di partire da Larino ed a Larino chiudere il “cerchio magico” (doveroso omaggio ad un grande molisano: Pasquale Di Lena) del vostro viaggio in Molise, con la visita all’anfiteatro romano ed alla Cattedrale. E con la meravigliosa vista su questa immensa città-giardino.
Roberto Guiggiani
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