A un primo sguardo sembrerebbe lo sfondo del “Bacio” di Francesco Hayez e invece è il cortile di un edificio di Siena. Sì, perché lo spazio che accoglie le persone nel Palazzo del Capitano, posto nella centralissima via omonima, è simile per colori e forme allo scenario di uno dei quadri più romantici della storia della pittura italiana. L’accostamento con il “romantico”, anche e soprattutto da un lato artistico, non è casuale. Infatti nella seconda metà dell’800 gran parte dell’edificio venne restaurato in stile neogotico da Giulio Rossi, su commissione del proprietario dell’epoca Edoardo Grottanelli de’ Santi.
Gli interventi più significativi furono fatti nel già citato cortile, dove la scalinata di accesso ai piani superiori venne demolita per essere ricostruita sul lato opposto, e nella facciata. Quest’ultima nella parte bassa venne completamente rifatta, aumentando le arcate ogivali ovali da otto e nove per “pareggiare” le soprastanti bifore. Nella parte alta, invece, ci fu il restauro delle suddette bifore e la ricostruzione della merlatura. Sotto a questa vennero apposti gli stemmi dei Capitani di guerra della Repubblica di Siena, tra cui quello del famoso Guidoriccio da Fogliano.
Il senso della ‘operazione nostalgia’ ideata dal Grottanelli de’ Santi è da inserire nel doppio canale del romanticismo internazionale e del sentimento locale. Dal primo ha mutuato l’idea di recuperare uno stile, quello gotico, che era stato bistrattato dal Rinascimento in poi. Non solo, uno dei leitmotiv del romanticismo era il recupero di un passato mitico. E qui non possiamo che arrivare al sentimento locale, dove Siena ha vissuto e vive in un perenne stato di nostalgia. Come il Palazzo del Capitano ci testimonia, questa tendenza al voler rivivere il periodo aureo della città affonda anche nelle radici profonde che legavano le famiglie patrizie locali con il passato. Possiamo azzardare che lo spirito alla base del romanticismo abbia preso piede a Siena nel 1500 il giorno dopo alla caduta della Repubblica, ben prima delle turbolenze tedesche di fine ‘700 e inizio ‘800.
In Italia non ci sono molti esempi di architettura neogotica, al contrario di Germania, Francia e Inghilterra (il Palazzo di Westminister è uno). Per questo il Palazzo del Capitano ha una sua dignità storico-artistica da preservare prima che sia troppo tardi, visto lo stato di parziale abbandono che vive ai giorni nostri.
Emilio Mariotti
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