Simone Solfanelli, direttore Coldiretti Siena, quali le previsioni e lo stato dell’arte per i prodotti dell’agroalimentare italiano che finiranno sulle tavole di Natale?
“L’agroalimentare con regali enogastronomici, pranzi e cenoni è quest’anno la voce più pesante del budget che le famiglie italiane destinano alle feste di fine anno, con una spesa complessiva per imbandire le tavole del Natale e del Capodanno di 4,3 miliardi di euro, il 6% per cento in più dello scorso anno.
Nel tour de force enogastronomico di quasi due settimane gli italiani – secondo un’indagine di Coldiretti/Ixè – faranno sparire quasi cento milioni di chili tra pandori e panettoni, cinquanta milioni di bottiglie di spumante, ventimila tonnellate di pasta, 6,5 milioni di chili tra cotechini e zamponi, 800 mila capponi, 500 mila tacchinelle e 500 mila faraone lesse, farcite o cotte in forno, in gelatina o in rollé ma anche frutta secca, pane, carne, salumi, formaggi e dolci. L’andamento dei consumi di Natale condiziona il futuro di molte imprese agroalimentari e dalle scelte di Natale degli italiani dipendono anche i posti di lavoro di una parte consistente dell’economia Made in Italy.
E le previsioni sul locale, dato che molto del menù delle feste toscane e quindi anche senesi, è composto da prodotti del territorio, nel rispetto delle antiche tradizioni culinarie?
Dall’autarchico all’hi tech, dal biodiverso al salutista, dall’etnico al green: in questo Natale si affermano in Italia nuovi menu. Ma sulle tavole dei senesi vince la tradizione e restano in primo piano i prodotti del territorio: i grandi vini, i salumi, la chianina e l’agnello, il pecorino, i dolci tipici. Il tutto condito con l’olio extravergine d’oliva.
D’altronde abbiamo stimato chei senesi trascorreranno quest’anno in media oltre 3 ore per la preparazione del pasto principale del Natale, con uno storico ritorno al fai da te casalingo che non si registrava da oltre cinquanta anni. L’enogastronomia quest’anno è vincente in tutte le forme, dall’acquisto dei prodotti agli strumenti per la preparazione casalinga fai da te dei cibi.
Un ritorno al passato determinato però da motivazioni diverse che vanno dalle esigenze economiche a chi, soprattutto giovani, si gratifica ai fornelli: la cucina e il buon cibo infatti si affermano tra le nuove generazioni come primarie attività di svago, relax e affermazione personale.
Quanto spenderanno i senesi i media per questi prodotti?Â
Gustare insieme pranzi e cenoni o fare gustosi regali a parenti e amici è una scelta gratificante per i senesi che qualificano però le proprie scelte di acquisto con una netta preferenza verso i prodotti locali e Made in Italy. Si assiste una fortissima attrazione verso la riscoperta del legame con i prodotti del territorio e secondo le nostre stime il 61 per cento dei responsabili della preparazione dei pasti porterà in tavola prodotti locali di alto pregio, anche se c’è un buon 24 per cento che acquisterà guardando soprattutto al prezzo e alle offerte. Prevediamo un aumento della spesa familiare di circa il 7% rispetto a quanto avvenuto nel 2014″.
Quale il menù ideale se si volesse un Natale a km zero?
“L’Italia è l’unico Paese al mondo che può vantare 276 prodotti a denominazione di origine (Dop/Igp) riconosciuti dall’Unione Europea, oltre a 4886 prodotti tradizionali censiti dalle Regioni, ma è anche leader in Europa con oltre 50mila imprese biologiche e dispone di un eccezionale patrimonio di biodiversità grazie a ben 504 varietà iscritte al registro viti contro le 278 dei cugini francesi, ma anche 533 varietà di olive contro le 70 spagnole. Occorre tener presente che un chilo di ciliegie dal Cile per giungere sulle tavole di Siena deve percorrere quasi 12mila chilometri con un consumo di 6,9 chili di petrolio e l’emissione di 21,6 chili di anidride carbonica, mentre un chilo di mirtilli dall’Argentina deve volare per più di 11mila chilometri con un consumo di 6,4 kg di petrolio che liberano 20,1 chili di anidride carbonica e l’anguria brasiliana viaggia per oltre 9mila km, brucia 5,3 chili di petrolio e libera 16,5 chili di anidride carbonica per ogni chilo di prodotto attraverso il trasporto con mezzi aerei. Il consumo durante le feste di Natale di prodotti fuori stagione provenienti di migliaia di chilometri di distanza è una tendenza snob in forte ascesa che concorre a far saltare il budget dei cenoni con prezzi superiori fino ad oltre dieci volte a quelli delle produzioni agricole locali e appare del tutto ingiustificata perché si tratta spesso di prodotti poco gustosi e saporiti, essendo stati raccolti ad un grado di maturazione incompleto per poter resistere a viaggi di migliaia di chilometri percorsi su mezzi inquinanti che liberano nell’aria gas ad effetto serra. Per cui via libera a crostini di milza, pici con ragù di chianina, agnello delle crete, cappone con i gobbi rifatti, dolci locali. Il tutto accompagnato dai nostri grandi vini“.
Dalla Regione arrivano proprio oggi numeri in impennata per le richieste da parte dei giovani, definiti dall’assessore Remaschi ‘i protagonisti dell’agricoltura toscana del futuro’, sulla base del bando regionale relativo al pacchetto giovani in agricoltura che vede arrivare quasi 1800 domande. Quale la percentuale in terra di Siena, quali le aspettative di Coldiretti provinciale, quali gli strumenti per agevolare le giovani imprese e sopratutto quali i consigli?
“E’ indubbio che il bando PSR per il primo insediamento ha registrato anche a Siena un forte successo di adesioni.
Questo, aldilà di ogni considerazione, conferma la forte vitalità della nostra agricoltura: il grande numero di domande non è dovuto ad opportunismo, ma sta a dimostrare che nel settore esiste una solida componente giovanile che punta decisa al ricambio generazionale e quindi ad investire capitali economici ed umani. Certamente adesso la Regione dovrà trovare una soluzione per dare risposte anche a coloro che, per ristrettezza di fondi, non entreranno nei finanziamenti: sappiamo che l’Assessorato all’Agricoltura ha avviato un percorso per recuperare nei prossimi bandi coloro che resteranno esclusi in questa tornata. Aspettiamo con fiducia. Il consiglio che ci sentiamo di dare è quello di non demordere mai e di puntare sull’eccellenza. Sempre. Mai scoraggiarsi davanti alle difficoltà che sono inevitabili e andare dritti verso l’innovazione produttiva e la ricerca della massima qualità dei prodotti locali, sviluppando una rete commerciale il più possibile locale. Questa, a nostro giudizio, una delle chiavi del successo”.
Katiuscia Vaselli
(foto: Nicola Natili)