Massimo Montemaggi, responsabile geotermia Enel Green Power, disegna il ritratto reale in termini di indotto economico, numeri e turismo sul territorio, dati dalla geotermia. E raccontati nel primo libro in Italia che traccia itinerari nelle terre geotermiche: protagonista la Toscana.
La Toscana è stata raccontata e scritta nella letteratura più importante del mondo, la Toscana così varia di paesaggi e di storia, crocevia della vecchia Europa e vanto dell’Europa nuova. La Toscana oggi, per la prima volta in assoluto, si racconta attraverso le terre geotermiche: un libro che descrive la potenza della natura, il calore della terra, la magìa delle atmosfere al limite della realtà, la bellezza dell’ambiente e dell’energia pulita, rinnovabile. “Un viaggio in Toscana. La via della geotermia: dalla Val di Cecina all’Amiata” propone un vero e proprio viaggio sulla rotta delle terre geotermiche, toccando tutti i Comuni cosiddetti geotermici e molti territori circostanti. Come racconta Massimo Montemaggi, responsabile geotermia Enel Green Power, disegnando anche il ritratto reale in termini di indotto economico, numeri e turismo sul territorio.
Ingegner Massimo Montemaggi, responsabile Geotermia Enel Green Power: quale il quadro sulla geotermia toscana?
“La geotermia toscana conta 34 impianti geotermici (per un totale di 37 gruppi di produzione) dislocati tra le province di Pisa, Siena e Grosseto. La centrale più grande è quella di Valle Secolo a Larderello che con i suoi 120 MW di potenza installata (2 gruppi da 60 MW) costituisce l’impianto più grande d’Europa e uno dei primi al mondo. La geotermia produce circa 5,8 miliardi di kwh annui pari a quasi il 27% del fabbisogno energetico regionale, numeri importanti che consentono di di risparmiare oltre 2.500 milioni di tonnellate di CO2 risparmiate annue e 1,3 milioni tonnellate equivalenti di petrolio risparmiate che corrispondono a una quarantina di petroliere di stazza media. La geotermia toscana rappresenta un’eccellenza tecnologica a livello internazionale, dal nostro territorio regionale fa scuola nel mondo e i cervelli toscani di Enel Green Power progettano impianti negli Stati Uniti, nell’America latina e in altre parti del mondo. La geotermia toscana è leader anche in termini di innovazione: proprio recentemente, a Cornia in Toscana nel Comune di Castelnuovo Val di Cecina (Pi), è stato inaugurato il primo impianto al mondo che integra geotermia e biomassa”.
La geotermia non è solo produzione energetica. Ultimamente si sta sviluppando intorno ad essa anche il turismo. Abbiamo riferimenti storici nel passato alla geotermia? Come veniva utilizzata e canalizzata in passato? Che cosa cercano i visitatori? Quali sono i numeri?
“La geotermia ha una storia affascinante che attraversa i secoli: come racconta il Museo della Geotermia di Larderello, la geotermia affonda le sue radici già al tempo degli etruschi e dei romani per gli usi termali per arrivare poi alla scoperta del boro per l’industria chimica nell’800 e infine all’utilizzo elettrico all’alba del ‘900. I visitatori cercano proprio questo: il fascino di una storia toscana in cui la natura e l’ingegno dell’uomo si incontrano per dare luogo a una storia di successo. Complessivamente, nei territori geotermici toscani tra le province di Pisa, Siena e Grosseto sono quasi 60mila i turisti che annualmente si recano in visita al Museo della Geotermia, al Parco delle Biancane, alle manifestazioni naturali, al trekking geotermico, alle Centrali Aperte promosse da Enel Green Power. Numeri importanti che confermano quanto la geotermia costituisca un patrimonio fondamentale della regione non solo dal punto di vista energetico, ma anche storico, culturale ed enogastronomico e quindi turistico. In questo senso, il libro “Un viaggio in Toscana. La via della Geotermia: dalla Val di Cecina all’Amiata”, edito da Effigi , rappresenta un’ottima presentazione del territorio e del turismo geotermico”.
Quali sono le differenze, a livello paesaggistico e storico, fra gli insediamenti nella provincia di Pisa, quelli in provincia di Siena e quelli nel grossetano?
“Non ci sono differenze nel senso del tipo di impianti: Enel Green Power è leader mondiale della geotermia e punta sempre all’eccellenza, costruendo impianti che costituiscono il miglior modello possibile del momento utilizzando le migliori tecnologie a disposizione. Come diceva giustamente nella domanda, vi sono però differenze dal punto di vista storico e paesaggistico: vi è anzitutto l’area tradizionale della geotermia, quella che si sviluppa intorno a Larderello che deve il suo nome al Conte De Larderel, che avviò l’attività chimica per la produzione del boro fino al Conte Ginori Conti che nel 1904 accese le prime lampadine, e questo è un territorio nato e sviluppatosi con la geotermia che in tal caso è quindi parte integrante del tessuto, un pezzo di storia, motore dello sviluppo. Le persone la sentono come qualcosa di profondamente familiare, tutto il paesaggio è geotermico e anzi, rispetto a quando non c’era attività industriale e l’area veniva chiamata Valle del Diavolo per i vapori e le manifestazioni naturali diffuse (ispirò anche Dante per l’Inferno della Divina Commedia), la presenza di una realtà industriale ha consentito di canalizzare le emissioni sulfuree e di migliorare notevolmente la situazione di vivibilità. Vi sono poi l’area senese, tra Radicondoli e Chiusdino, che si è sviluppata dopo ma che vede un ottimo inserimento degli impianti nel contesto territoriale e vi è infine l’area amiatina senese (Piancastagnaio) e grossetana (Santa Fiora e Arcidosso) dove a fine 2014 è stato avviata la centrale di Bagnore 4, che rappresenta l’impianto più moderno al mondo per tecnologie ed efficienza”.
Quali altre forme, se ci sono, di indotto economico si sviluppano con la geotermia?
“La geotermia dà lavoro a circa 700 occupati diretti e a un indotto indiretto di oltre 1.000 persone, che va dai servizi civili alla parte più specialistica. Soprattutto quest’ultima potrebbe essere potenziata con lo stanziamento nei territori geotermici di imprese e start up, a cui Enel Green Power può trasferire know how: in questo senso, insieme ai Comuni geotermici stiamo operando per favorire sempre più le ricadute locali e la nascita di un’imprenditoria specialistica che dia vita a un distretto della geotermia e delle energie rinnovabili. Inoltre, grazie alla geotermia si è sviluppata un’importante filiera del calore con il vapore che viene utilizzato per riscaldarsi: ci sono i teleriscaldamenti residenziali nei Comuni di Pomarance, Castelnuovo Val di Cecina, Monteverdi Marittimo, Montieri, Santa Fiora, Arcidosso e altri in costruzione, e ci sono anche imprese che utilizzano il calore per i processi di produzione. Tra queste, vi sono le aziende della filiera enogastronomica che, grazie al Co.Svi.G. (Consorzio Sviluppo Aree Geotermiche) e a Slow Food, hanno dato vita alla Comunità del Cibo a Energie rinnovabili, la prima comunità al mondo che si unisce non intorno a un prodotto ma a un modo di produrre, pulito e rinnovabile, per mettere sul mercato prodotti di grande qualità. Si va dai caseifici alle serre di basilico, dai salumifici a un birrificio geotermico, la Comunità del Cibo a Energie Rinnovabili è stata anche tra le dieci buone pratiche selezionate dalla Regione Toscana per Expo 2015″.
I terreni intorno ai centri geotermici sono coltivabili? Sono sicuri per la salute? E le falde acquifere?
“Certamente. La geotermia non rappresenta alcun pericolo da questo punto di vista. È energia rinnovabile, dalle torri di raffreddamento esce per il 99,4% vapore acqueo e con gli impianti AMIS (Abbattimento Mercurio e Idrogeno Solforato), realizzati e brevettati da Enel Green Power e installati in tutti gli impianti, viene eliminata anche la restante parte di gas incondensabili che sono principalmente composti da H2S, ovvero idrogeno solforato tipico delle aree termali. Vorrei precisare però che, a prescindere dalla presenza degli impianti AMIS che svolgono una funzione importante anche dal punto di vista olfattivo, le emissioni degli impianti sono tutte largamente entro i termini di legge e non costituiscono un pericolo per la salute. Ne sono conferma le tantissime produzioni, come quelle citate sopra, che sono di qualità assolutamente superiore. Per quanto riguarda le falde acquifere, la cui questione era stata posta sull’Amiata, è stato ampiamente dimostrato dagli enti competenti e dai piezometri installati che lo stato della falda è collegato all’andamento della piovosità/nevosità con un disallineamento temporale di circa 18 mesi dovuto ai tempi di corrivazione dell’acqua nel sottosuolo. Del resto, il serbatoio geotermico e la falda superficiale distano migliaia di metri l’uno dall’altra, non vengono mai a contatto e, per la tipologia di perforazione adottata da Enel Green Power, è tecnicamente impossibile qualsiasi interazione”.
Quali sono le prospettive future della geotermia? E’ una fonte energetica che può dare un contributo importante?
“La geotermia è una delle fonti energetiche ritenute fondamentali a livello internazionale, nazionale e regionale per la costruzione di un mondo a zero emissioni. Tutte le linee guida più recenti a livello europeo ma anche regionale confermano che la geotermia può costituire un volano per lo sviluppo energetico e occupazionale, per le rinnovabili e la sostenibilità ambientale. Enel Green Power, forte della sua leadership nel settore, è pronta e continuerà a collaborare con le istituzioni per uno sviluppo armonico e sostenibile della geotermia in Italia e all’estero”.
Il libro sarà presentato anche nell’ambito del “Fuori Expo Toscana”, nei Chiostri dell’Umanitaria, via Daverio 7 – Milano, il 16 giugno alle 15,30 in occasione dell’inaugurazione della settimana dedicata a “Volterra e il cuore caldo della Toscana: dagli Etruschi alla geotermia”.
Katiuscia Vaselli