Tutto ebbe inizio poco prima del giorno di Santa Lucia dell’anno 1939, nella città si avvertirono alcune scosse di terremoto ma l’intensità fu così bassa che nessuno si preoccupò più di tanto. Queste micro scosse andarono avanti per tutto il mese di dicembre e per tutto l’intero mese di gennaio del 1940 fino a quando la mattina del 31 alle ore 11:32 ci fu un sisma (del IV grado scala Mercalli) che fu avvertito da tutta la popolazione, infatti le massaie, i lavoratori e gli studenti uscirono dai fabbricati e si recarono di corsa negli spazzi pubblici e questa fu una vera e propria fortuna perché esattamente trenta minuti dopo alle 12:02 vi fu una delle scosse più forti registrate a Siena da cento anni ad oggi, infatti la terra tremò per diversi secondi e la potenza del terremoto fu del VII grado della scala Mercalli (in seguito riclassificato in 5.2 della scala Richter). I danni furono inevitabili, crollarono molti camignoli delle case, ci furono tegole cadute in tutta la città, pareti delle case meno solide caddero, l’acqua delle fonti si intorbidì e ci furono molte frane. Il terremoto inoltre provocò danni alla facciata di Provenzano e al campanile del Duomo, ci fu anche il crollo della cella campanaria della chiesa di S.Pietro in Ovile. Tra i Senesi non ci furono morti, solo qualche ferito e molto spavento. In quei giorni invernali era difficile vivere all’aperto ma la gente impaurita e con le case pericolanti dovette adeguarsi e arrangiarsi da parenti e amici e chi non ne aveva si accomodò nei giardini pubblici come la Lizza e Sant’Agostino facendo dei grossi fuochi e disponendo delle grosse coperte in terra come grandi letti.
Amedeo Cardinale disse: “il terremoto si formò a causa di un cedimento di alcuni frammenti di cavità formatosi per erosione delle acque sotterranee circolanti che crearono sprofondamenti nel sottosuolo ad una profondità compresa tra 5 e 10 chilometri”. L’area mesosismica epicentrale del terremoto fu a E-NE della città, tra l’Osservanza e Monte Liscai e si estese verso sud fino a Rosia, Monteroni, Asciano e Buonconvento a nord fino a Radda e Gaiole. Dal lato Ovest invece il movimento si propagò innocuamente oltre la Montagnola Senese. Questa catena di colline che cingono Siena costituì e costituisce un valido ostacolo alla propagazione di onde sismiche da qualunque punto esse si irradino.
Le scosse di assestamento non lasciarono tregua alla città e continuarono fino al 26 febbraio 1940 fortunatamente creando solo paura ma nessun altro danno.
Associazione Meteorologica Senese