Esiste il momento dell’azione.
E poi, immancabilmente, quello della riflessione.
E’ un po’ questo il canovaccio sul quale, in occasione di alcuni incontri sul tema della finanza che ho avuto occasione di fare nel mese più caro ai vacanzieri, si sono svolte le riflessioni in merito al futuro del nostro sistema bancario e, di conseguenza, della nostra economia
Un periodo di attesa, cioè, appena susseguente a quello dove i cda ed i normatori hanno avuto il dovere (diritto?) di portare all’attenzione non solo dei sistemi finanziari ma anche di fronte all’opinione pubblica, gli sconquassi delle nostre banche e dei nostri istituti di credito.
Definito il perimetro ed i percorsi per il recupero è giusto tirare il fiato e far riflettere gli attori economici.
Programmare il futuro non è uno scherzo e perciò occorre fermarsi e prendere tempo anche perché un secondo errore non sarebbe perdonabile.
Dopo le bolle azionarie e quelle immobiliari, dopo i crack bancari ed i fallimenti delle aziende private sarebbe un dramma sbagliare di nuovo la rotta
Così come i pescatori che aspettano lo schiarire delle acque, quando il mare ha il colore del ranno dopo una tempesta, sanno bene che il momento della “scaduta” sarà quello più propizio, così gli analisti sono sicuri che in ambito economico sarà quello della prima ripresa la situazione più propizia per nuovi investimenti e nuove attività.
Un po’ come il treno che riparte e che tutti noi abbiamo il dovere (diritto?) di riprendere.
Sempre e per sempre viva l’Italia.
Luigi Borri