Quando si è bocciati non è mai bello.
Soprattutto se si viene bocciati da una molteplicità di soggetti, professori o Stati che siano.
Sì, perché un singolo può non fare opinione ma diciotto soggetti sì.
E questo è pericoloso. Molto.
Il Governo ha giocato pesante, dopo che i mercati ci avevano già ampiamente bacchettato e le istituzioni avvertito.
In tutta onestà non so a cosa serva. Anche perché non si può fondare un’economia sul debito e considerare politiche populiste (più soldi a tutti) come motore di sviluppo.
Rischiamo pesantissime sanzioni e, soprattutto, un discredito reputazionale difficilmente recuperabile.
Le banche sono state messe in ginocchio e con esse le aziende e famiglie, nell’indifferenza del Dicastero delle Finanze e con l’assenza di quello dell’economia che preferiscono pensare a redditi assistenzialisti e blocco di infrastrutture.
Ma forse questa pesante bocciatura servirà a far capire che la fine arte della politica non può essere gridata ma sussurrata facendo leva sulle corde giuste: come facevano Moro, Berlinguer, Fanfani ed Almirante che, in epoca ben più complessa, mettevano d’accordo Usa ed Urss, passando per la Cina ed il Cile.
Perché le persone ed i valori che esprimono – nonostante i computer, i sondaggi ed i social – fanno sempre, clamorosamente, tutta la differenza del mondo.
E fra averle e non averle vuol dire essere governati oppure lasciati all’abbandono.
Come avviene oggi
Viva le persone e viva il Tricolore.
Luigi Borri