Le due nevicate più tardive nella storia del clima senese, di Firenze e della Toscana sono avvenute nel 1615 e nel 1710, sempre il 21 maggio.
Il 21 maggio è una data particolare per la quale coincidono due delle nevicate “vere” più tardive nella storia del clima di Siena, di Firenze e dell’intera Toscana. Della nevicata del 21 maggio del 1710 ne parla Vincenzo Brando da Chiusdino che in quei giorni passava dalla nostra città in visita alla Madre Teresa, nei suoi appunti scrisse che verso le ore 18 dopo un violento temporale pomeridiano si alzò un forte vento gelido proveniente dal nord e subito dopo cominciò a fioccare fino al tramonto, imbiancando la Piazza del Campo e i tetti della città. Direttosi in nottata sulla montagnola presso l’eremo di Molli per fare penitenza, descrisse l’incanto di un vero e proprio panorama surreale con tutti gli alberi bianchi e i campi di grano ricoperti da un palmo di neve che veniva esaltato dal cielo sereno e dalla luna piena.
La notte le temperature crollarono sotto lo zero e la neve resistette a terra e sui tetti fino all’ora di pranzo del giorno 22. Quel gran freddo creò diversi problemi all’agricoltura e al bestiame. Invece della straordinaria nevicata del 21 maggio del 1615 ce lo riferisce nientemeno che il “freddoloso” (e diremo oggi “caldofilo”) Galileo Galilei, che proprio in quel periodo stava soggiornando in Firenze, per una serie di incontri con una delegazione di studiosi della Corte di Enrico IV, all’epoca Re di Francia.
Dopo giorni di maltempo e di temperature così basse, da risultare insopportabili per quel periodo, la mattina di quel 21 maggio del 1615, Firenze fu sorpresa e completamente coperta di bianco, da una forte nevicata. Galileo racconterà successivamente di danni incalcolabili alla campagna fiorentina per quel brutto scherzo della natura. Egli riferisce anche che alcuni studiosi provenienti da Siena arrivati con giorni di ritardo riportarono la notizia di intense grandinate seguite poi da forti nevicate in tutta la provincia Senese con picchi fino a 20 centimetri nelle zone nord-ovest della città. Questa notizia viene confermata anche dal bollettino agricolo di quell’anno che riporta la notizia di intense nevicate in val d’Arbia, val di Merse e val d’Elsa ma con la Montagnola e il Chianti descritte come colpite da una nevicata dicembrina.
Venne pure segnalata una grande nevicata sulle colline metallifere e sul Casentino con gelate notturne che durarono in quasi tutta la Toscana per una settimana intera creando vere e proprie tragedie per i coltivatori. Dal punto di vista economico sono sicuramente stati eventi catastrofici ma dal punto di vista strettamente paesaggistico immaginatevi la bellezza del contrasto tra la candida neve e le verdi chiome degli alberi o il grano d’orato che viene accarezzato dal manto nevoso. Un mix che non è sicuramente semplice da immaginare e chissà se mai potremo vedere un evento meteorologico del genere.
Gabriele Ruffoli
Associazione Meteorologa Senese