Il 4 novembre 1966 ci viene ricordato come l’immagine di Firenze sommersa dalle acque dell’Arno. Ma tutta la Toscana, in quei giorni, compresa la provincia di Siena, hanno conosciuto la più severa ondata di maltempo degli ultimi 600 anni. Ad oggi infatti, per gran parte della Toscana, l’evento del 4 novembre 1966 rappresenta un triste record di pioggia caduta nell’arco di 48 ore, un evento che purtroppo ha provocato la perdita della vita di molte persone e la conta di innumerevoli danni. Ciò che più è rimasto nella mente associato a quest’alluvione è senza dubbio lo straripamento dell’ Arno a Firenze, ma anche del fiume Ombrone, e quindi nelle province di Siena e Grosseto.
Per rendersi conto dell’ entità della pioggia caduta, basti pensare che su gran parte del territorio regionale in soli due giorni è caduta da un terzo fino a, in qualche caso, la metà della pioggia che mediamente cade in tutto un anno ! Si parla infatti di quantitativi fino a 400 litri di pioggia per metro quadro in due giorni, in zone che mediamente ne ricevono da 800 a 1300 circa, ma nell’arco di un intero anno.
Oltre a Firenze, Pisa e Grosseto, anche il Senese ebbe la sua alluvione e infatti fu registrato il record di pioggia mai minimamente avvicinato da quando esistono rilevazioni meteorologiche, ossia dal 1755. Secondo l’ osservatorio meteorologico dei frati Cappuccini di Poggio al Vento, da mezzogiorno del 3 Novembre alla mattina del 4 sono caduti quasi 250 mm, ossia 250 litri di pioggia per metro quadrato.
Venendo alla cronaca, dal primo pomeriggio del 3 Novembre anche nel senese, nell’aretino e nel grossetano la pioggia torrenziale era oramai purtroppo una realtà. In città si segnalano alberi caduti in viale Armando Diaz, frane in via Mattioli, dove 40 metri di muro del Tolomei sono precipitati sulla strada. Disagi anche in via degli Orti, in via Celso Cittadini, a Costafabbri, in via Simone Martini ed in via Nino Bixio.
Anche nei dintorni della città la situazione è drammatica: smottamenti di terreno e cadute di alberi sono segnalati un po’ ovunque, così come danni ingenti a strade, linee ferroviaria, del telegrafo, telefonica ed elettrica. La pioggia non accennava a diminuire, ed i torrenti minori stanno esondando: il torrente Massellone si è improvvisamente ingrossato invadendo la strada statale 408 chiantigiana, così come impercorribile risulta la statale 223 grossetana, a causa dell’ esondazione del fiume Merse. Molti paesi sono invasi dall’acqua: Gaiole in Chianti, Taverne d’Arbia, Monteroni d’Arbia, ove il torrente Arbia ha invaso tutti i primi piani delle abitazioni: in val d’Arbia si segnalano livelli d’acqua arrivati fino a 5 metri!
Disagi poi a Buonconvento, Rosia, Badesse, Staggia Senese, Rigomagno… molti i ponti crollati, gli scantinati, le fabbriche e le abitazioni allagate. Due camionisti sono stati tratti in salvo a Monticiano, ove si sono verificate due frane. Disagi per l’interruzione del servizio idrico conseguente a danni all’ acquedotto di Vagliagli. A Vescovado di Murlo crolla un campanile. Fortunatamente non vi è stata alcuna vittima, ma i danni si contano per dieci miliardi di lire di allora.
La macchina dei soccorsi è in piena attività: da Siena si raccolgono uomini e mezzi diretti verso Grosseto, oramai immerso in un’ unica palude. Il magistrato delle contrade lancia un appello alla popolazione per la raccolta di viveri, acqua e altri mezzi di sussistenza. Tutti i militari a disposizione sono stati inviati nei punti nevralgici della città e della provincia.
Mentre da Firenze arrivavano notizie di un alluvione spaventosa che oltre a tantissimi danni aveva fatto molte vittime.
L’alluvione del 1966 fu un evento eccezionale ed inaspettato per le sue proporzioni; mai a Firenze l’Arno, che pure aveva esondato spesso, aveva raggiunto una tale furia, come attestano le targhe relative alle alluvioni precedenti come quella, fino ad allora reputata disastrosa, del 3 novembre 1844. Il discorso vale anche per i comuni limitrofi, da sempre abituati alle sfuriate degli affluenti dell’Arno o dei fossi, dove la gente si aspettava la solita piccola inondazione di cinquanta centimetri, evento ricorrente in alcune zone come le frazioni meridionali di Campi Bisenzio e dove ogni famiglia era munita della dotazione anti-allagamento composta da cateratte, secchi e scopettoni pesanti.
CURIOSITA’
QUI SOTTO SONO RIPORTATI GLI ACCUMULI PLUVIOMETRICI IN 24 ORE FRA IL 3 ED IL 4 NOVEMBRE 1966 NEI PRINCIPALI BACINI DEL SENESE:
ANQUA=198,4MM
BOCCHEGGIANO=236MM
CHIUSDINO=176,8MM
MURLO=293MM
SOVICILLE=264MM
ROSIA=263,5MM
RADDA IN CHIANTI=258,8MM
MADONNA A BROLIO=224MM
SIENA=242,1MM
TAVERNE D’ARBIA=285MM
MONTERONI D’ARBIA=254,8MM
SIMIGNANO=245MM
CASOLE D’ELSA=157MM
COLLE VAL D’ELSA=161,8MM
POGGIBONSI=169MM
MONASTERO D’OMBRONE=157MM
NUSENNA IN CHIANTI=239MM
BADIA AGNANO=437,2MM […]
MONTE OLIVETO=144,2MM
PARI=301MM
MONTE ANTICO=214,9MM
PAGANICO=221,2MM
CAMPAGNATICO=271,9MM
PONTE TURA=279,6MM
GROSSETO=328,2MM
Roberto Sebastianelli Gabriele Ruffoli Tommaso Martelli
ASSOCIAZIONE METEOROLOGICA SENESE
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