Posto al limite della zona tufacea, ricca di vegetazione arborea che ad oriente di Vignano declina in una serie di boschetti e di oliveti verso quella più brulla e spopolata delle Crete Senesi, il Castello delle Quattro Torra con le quattro torri angolari, la merlatura, il cortile severo e bellissimo, che ricorda quello del Palazzo Comunale, e la scala caratteristica, ferma l’attenzione e desta la curiosità di chiunque percorra gli immediati dintorni di Siena. Agli inizi del ‘300 fu di proprietà della famiglia Cinughi, aristocratica famiglia feudale.
Durante la guerra di Siena (1553) il castello ebbe fortunose vicende: la tradizione vuole che vi avesse i suoi alloggiamenti il Marignano e in queste traversie andarono persi i fastosi arredi di cui lo aveva dotato Giovanni Bichi.
Con la caduta di Siena la storia della Quattro Torra è finita: con il ritorno della pace rimase solo una residenza di campagna pittoresca e tranquilla, che ancora oggi dà al paesaggio della zona un tocco originale e un richiamo a tempi da noi così lontani, eppure per tanti aspetti travagliati dalle stesse lotte che sempre hanno avvelenato il pacifico godimento di tanti beni che Dio ha posto a disposizione degli uomini. Dal 1885 è abitata e conservata dalla famiglia Ponticelli, attuali proprietari.
Studi recenti ipotizzano che il Castello delle Quattro Torra sia lo stesso raffigurato nel Buon Governo di Ambrogio Lorenzetti affrescato nel Palazzo Pubblico di Siena (1339).
Hanno soggiornato nelle sue stanze Galileo Galilei e Luigi Pirandello. Pare che proprio sul colle dove sorge adesso il castello vi “fece riposo” Walther von Astimberg detto “Gualtieri di Astimberg” un eroico cavaliere che a Montaperti faceva parte del contingente di circa 800 cavalieri pesanti tedeschi inviati dal re Manfredi in aiuto delle forze ghibelline di Toscana che in quegli anni, con alterne fortune, si contrapponevano ai Guelfi di Firenze. Alcuni scritti del 1366 raccontano che riposò in quella zona prima della battaglia insieme a 3 dei suoi amici più fidati:
“Lo franco cavaliere messere Gualtieri, dopo che se ripose nello colle nei pressi di Siena dove adesso sta lo nobil castello delle 4 torra fu pronto pe la battaglia e come vidde li nemici, di subito abbassò la visiera del suo elmo, e allacciolla forte dinanzi, e fassi il segno della santa croce; poi prese la lancia colla mano diritta, e richiede forte lo suo cavallo delli speroni, e con grandi grida se ne va inverso e’ nemici. Lo primo che giunse si fu lo capitano de’ Lucchesi: aveva un nome messere Niccolò Garzoni, e a esso messere Niccolò li giunse la lancia di messere Gualtieri, e passogli tutte l’armadure, e cadde in terra morto; e così lo lassò e passò via colla spada in mano e tanti, quanti ne giungeva, li lassava quasi che morti; e molti n’ammazzò.”
Articolo e foto: Gabriele Ruffoli