Il deserto di Accona e il Site Transitorie: i due tesori nelle Crete senesi

A pochi chilometri dalla città, alle porte del paese di Arbia vi è una zona chiamata deserto di Accona che fu storicamente l’unico deserto dell’ Italia continentale. In passato (circa 4 milioni di anni fa) fu il fondale marino del Mar Tirreno nel periodo del Pliocene. In quell’era si formò lo strato di argilla che oggi caratterizza in prevalenza il terreno. Vi è inoltre la presenza di salgemma e gesso, che conferisce il tipico aspetto “lunare”.


La particolare morfologia e la composizione del terreno hanno reso difficile la coltura di viti e olivi, le colture praticate sono quelle del grano, girasoli e foraggio grazie alle secolari opere antropiche che in parte hanno modificato l’originario aspetto paesaggistico e all’intensa attività irrigua che sfrutta le acque dei laghi e dei fossi che vi scorrono.


La zona era nota con questa denominazione fin dal periodo medievale ed è stata raffigurata anche negli affreschi del Buon Governo del palazzo comunale di Siena dove il Lorenzetti divide, con mura di argilla, la città dal contado inizialmente fertile fino a lasciare spazio al deserto di Accona. Nel Medioevo, ai margini meridionali del deserto di Accona, fu costruita l’Abbazia di Monte Oliveto Maggiore, inizialmente prevista con funzioni eremitiche.

I monaci olivetani intorno all’Abbazia piantarono per decine di anni cipressi, perché era l’unico sistema per consolidare la stabilità del terreno ed evitare le frane e per avere un po di ombra.
Nel 1234 il luogo fu teatro di una battaglia tra truppe senesi e orvietane nel corso della guerra che vide di fronte le due città per il controllo del territorio.
Per chi non lo sapesse lo straordinario fascino di queste colline hanno spinto l’artista francese Jean-Paul Philippe ha realizzare nel 1993 un’opera d’arte che nel solstizio d’estate viene attraversata da un raggio di luce. Composta da una seduta, la sdraiata e un elemento verticale che crea una specie di grande finestra. Le Site Transitorie è oggi una meta fissa per tutti coloro che si trovano a passeggiare da queste parti.


Secondo la leggenda qui vi ebbe a dimorare per un lungo periodo Aschio (o Ascanio), figlio di Remo, uno dei mitici fondatori di Roma. Da qui poi si spostò verso sud e fondo quello che adesso si chiama Asciano.

Gabriele Ruffoli