In quell’anno la Pasqua cadeva il 26 Marzo, ma le speranze che la festa coincidesse con l’inizio della bella stagione andarono deluse, proprio nei giorni tra il 24 e il 26 Marzo, Siena e provincia infatti furono colpite da forte maltempo, vento, pioggia, freddo, e poi addirittura i fiocchi di neve caddero in centro, solo nei primi giorni di Aprile il tempo andò ristabilendosi un po e la temperatura divenne mite, ci furono anche delle belle giornate dal sapore quasi estivo, ma durò poco, nuove piogge, grandinate, e freddo funestarono il mese di Aprile, e oltre la metà di Maggio provocando disagi e problemi all’agricoltura.
Ecco cosa scriveva Lunedì 15 Maggio 1837 il corrispondente da Siena del Giornale Agrario Toscano: “Il Natale con la neve, la Pasqua con la neve, la Pentecoste (14 Maggio) pure con la neve, se non proprio nel centro ma sopra i poggi della Montagnola e su quelli del Chianti. Siamo già alla metà di Maggio, e non si è ancora sentito il vero tepore della Primavera di già più che ammezzata, niuno ha ancora deposto il tabarro, ne lasciato il fuoco, quasi tutti i giorni si vedono biancicare le montagne per nuova neve, quasi tutti i giorni soffriamo o per acque fredde e dirotte, o per bufere di venti, o per tempeste di grandini, e se talvolta rasserena sopravvengono le brinate, quasi che fossimo nel cuore dell’inverno“.
Il corrispondente del Giornale Agrario Toscano passa poi a descrivere gli effetti di questa stagione stravagante : “tanto disordine non può non essere nocivo ai corpi umani, agli animali e alla vegetazione, la campagna poi può dirsi del tutto morta, e se fossimo nel Marzo pur si potrebbe dir bella, ma il pensiero che tra due mesi dobbiamo aver raccolto quel grano e quelle biade che appena ora ricoprono il terreno, è oltremodo scoraggiante”.
Maggio andò avanti così e solo nell’ultima decade del mese ci fu un aumento della temperatura, e la Primavera, ormai vicina alla fine, esplose a Siena con tutti i suoi colori e i suoi profumi.
In quell’anno però c’è anche da segnalare che tra il 20 e il 22 di giugno ci furono due nottate gelide con al mattino prati brinati e molti alberi da frutto risentirono di questa situazione al quanto particolare. Anche le vigne e le olive non dettero il meglio di se in quell’annata. Gli agricoltori e gli allevatori furono danneggiati e non poco dalla situazione che mise a dura prova tutto il loro operato.
A fine giugno, poco prima del Palio, fu deciso dai cittadini di fare una processione per invocare l’aiuto della Madonna, partirono dal Duomo e arrivarono fino alla Pieve di Pernina nella montagnola dove fu organizzata una festa in onore di Maria e della primavera.
Gabriele Ruffoli
Fausto Pagnini
Associazione Meteorologica Senese
Foto: Archivio Malandrini Fondazione Mps
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