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Giorgio Armani e la bellezza dei 40

Il suo talento e la sua visione hanno reso il suo marchio un punto di riferimento in tutto il mondo. Uno stile raffinato, elegante e moderno. Alla celebrazione dei suoi 40 anni nel mondo della moda, l’81enne Giorgio Armani regala a tutti noi uno sguardo più intimo sulla sua vita , in un’autobiografia che uscirà a settembre per Rizzoli. L’azienda Armani si compone di più di 500 store nel mondo con differenti collezioni dall’alta moda all’activewear, e linee affini come gioielli, occhiali, profumi, hotel, ristoranti, discoteche, cioccolaterie e persino fiorai.

Un impero sorretto da un uomo forte ma timido, schivo, che concede poche interviste, rigorosamente in italiano o francese. Si parla di un impero da 8 miliardi di dollari che ha fatto da apripista alla concezione multifunzione dei brand odierni, da cui ci aspettiamo sempre di più. Un incredibile senso del dovere, accompagnato da una grande discrezione, che deriva da quell’austera rigidità morale, frutto probabilmente di quella moralità tipica della media borghesia italiana di una volta. Ogni successo non è altro che l’inizio di una nuova sfida. E sono proprio le sfide le protagoniste della sua vita che ha inizio il 1934 a Piacenza.

Giorgio nel 1914 con il fratello maggiore Sergio, la sorellina minore Rosanna e la madre Maria. Credit- courtesy of GIORGIO ARMANI

«Il mio primo ricordo sono gli orecchini a palla, d’oro rosso, di mia zia Anna quando avevo quattro anni e mia madre mi portava a casa sua. Era il 1938, vivevamo a Piacenza». Il padre era impiegato, la madre casalinga. «Mia madre, che pure era rimasta orfana presto e aveva dovuto fare da madre a tanti fratelli, veniva da una famiglia di mobilieri che a Piacenza aveva avuto un certo tono. Lei a quel tono ha sempre tenuto e ha cercato di trasmetterlo ai figli. Durante la guerra ci cuciva vestitini di tessuto militare, tutti uguali, ma tanto decorosi da suscitare l’invidia dei nostri compagni di scuola».

La madre di Giorgio, sempre descritta come elegante- ‘quando passava, le persone si giravano’

Frequenta la facoltà di medicina che abbandona poco dopo per iniziare l’avventura militare prestando servizio proprio a Siena.  “Avevo fatto due anni di Medicina pensando di diventare uno di quei medici di campagna molto romantici, come li racconta Cronin. In quegli anni ero timido, fragile, goffo. Ero un ragazzo carino, molto civile, e piacevo alla gente».

Dopo 3 anni alla facoltà di medicina, Armani passa 3 anni nell’esercito prestanto servizio a Siena.

Nei primi anni 60’ viene assunto come merchandiser alla Rinascente di Milano, all’epoca vero serbatoio di teste brillanti. ‘Entrai come assistente per le vetrine e divenni poi responsabile di una boutique uomo sperimentale. Alla Rinascente il mio capo mi aveva detto: “Giorgio, lei sarà sempre un buon secondo, si ricordi”»

A quasi trent’anni la svolta. Diviene stilista per la linea Cerruti: «Lì cominciai davvero a lavorare con impegno per cercare di capire come funzionava un’azienda dalla A alla Z». Poi l’incontro con il facoltoso ed entusiasta Sergio Galeotti cambiò per sempre la sua vita: «Mi disse: “Penso che tu sappia fare di più”. Io avevo fatto solo moda maschile e desideravo innovare la moda femminile. Così a 38 anni, in corso Venezia, a Milano, in due stanze, che ammobiliammo con i soldi ricavati dalla vendita delle nostre Volkswagen, iniziammo. Volevo che le donne portassero giacche, cravatte e smoking come gli uomini, ma che restassero il più femminili possibile. I miei maestri furono i creatori di vestiti del cinema Americano anni Trenta e Coco Chanel, poi Kenzo, Christian Bailly… Avevo in mente quell’aria elegante e un po’ sommessa degli anni Trentacinque, Quaranta».

Inizia cosi la stagione della grande moda Milanese pret-à-porter dove la giacca diventa la sua firma, proprio in quell momento storico in cui la donna in carriera rivoluziona il suo guardaroba. Negli anni 80’ i primi abiti da sera e le borsette gioiello. Veste Richard Gere in ‘American Gigolo’, tessendo relazioni fondamentali a Hollywood. Segue poi la copertina sul Time e la conquista del mercato giapponese. La improvvisa perdita del socio e amico fraterno Sergio Galeotti è un grave colpo per Armani, che comunque trova animo per portare avanti l’azienda. Egregiamente.

Un successo duraturo, dovuto ad una costante creatività sempre fedele ad uno stile inconfondibile. Tutto supportato da una grande lucidità. Maniacale lucidità. Un uomo intransigente ma con un occhio oggettivo, concentrato e controllato, sostenuto da un animo sensibile, introverso e riservato.
«Comincio dai “no”, quando inizio a pensare a una nuova collezione. È dalla somma di quei “no” che i miei abiti prendono una forma sempre più chiara e definita. Credo di avere del talento nel togliere».

Di talento ne ha sicuramente da vendere, e sicuramente lo vende bene, con praticità, istinto e disciplina. L’autobiografia sarà ampiamente illustrata con fotografie inedite di importanti fotografi internazionali del calibro di Steven Meisel, Annie Leibovits e Mario Testino.
Enjoy!

Miriam Bakkali

Miriam Bakkali

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Miriam Bakkali

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