Con la conclusione della luccicante fashion week newyorkese e l’inizio di tutte le altre, colgo l’occasione per affrontare l’argomento con un respiro più ampio, tornando alle sue origini. Cos’è ‘la settimana della moda’ e soprattutto come nasce? La moda, oltre che un argomento glamour su cui disquisire con più o meno cognizione di causa, è un industria. La sola industria moda-tessile in Italia vale 55 miliardi, ed è in costante crescita, ignara di crisi, anzi registrando uno sviluppo del 32.4% dal 2009. In Europa si possono contare 8 milioni di posti di lavoro dedicati al settore e questo sottolinea maggiormente la parte significativa che tale industria gioca nell’economia.
Per comprendere le dinamiche dell’evento che muove un intero pianeta due volte l’anno, è bene ripercorrere le origini della sfilata, tornando indietro nel tempo sino agli ultimi decenni dell’Ottocento. Con l’industrializzazione, la sfilata era il mezzo principale per la comunicazione delle ultime novità negli atelier parigini, vero nucleo dell’evoluzione tessile insieme a Inghilterra e Italia. Prima di allora era la stampa l’unico vero veicolo per la moda . In questi giornali specializzati comparivano figurini, dipinti di nobil donne e bambole.
L’inizio del ventesimo secolo e la Belle époque spettacolarizzano i défilé, facendoli diventare un momento di costume internazionale. Nel 1921 Paul Poiret, famoso stilista francese, organizzò un viaggio nelle principali capitali europee per presentare le sue creazioni. Poiret è infatti considerato il padre della ‘moda moderna’, il primo a considerare la sua casa di moda come una vera e propria filosofia, che si allargava anche a complementi d’arredo e profumi, questi ultimi diventati poi un must tra i maggiori stilisti successivi a lui quali Chanel e Dior.
In Italia bisogna aspettare il 1951 per l’inizio delle sfilate realizzate al di fuori del proprio atelier. Ed è qui che la Toscana ci stupisce ancora, diventando il teatro del primo vero evento di moda internazionale italiano, organizzato dal Giovanni Battista Giorgini nel 1951 a Firenze. Per la prima volta, la moda italiana incontrava un selezionatissimo pubblico straniero di buyers e giornalisti americani.
In link un video straordinario datato 1951, in cui viene presentata la sfilata da un brillante cronista che consacra con enfasi l’importanza di questa sfilata fiorentina tenutasi sulle passerelle della Sala Bianca. Si intravedono in bianco e nero creazioni di stilisti milanesi e romani che dominavano la scena e come già la moda d’oltreoceano aveva iniziato a ‘tenerci d’occhio’ in fatto di stile.
Negli anni Sessanta il potere attrattivo fiorentino scema a favore di Roma, che grazie anche ai suoi eventi cinematografici è capace di comunicare il suo stile in modo piu efficace. Roma diventa cosi capitale indiscussa dell’Alta Moda. Firenze si specializza cosi in maglieria, collezioni da boutique e moda maschile inauguranti Pitti Uomo nel 1972. Anno in cui grandi firme della moda quali Missoni e Ken Scott abbandonano la Sala Bianca per un centro più cosmopolita quale Milano, consacrata capitale del pret-a-porter.
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