Che la moda sia trasversale si sa. I grandi stilisti sono spesso anche grandi fotografi, architetti, scultori, scrittori. Karl Lagerfeld rappresenta quest’ecclettismo, in molte forme. L’ultima la satira, in cui attraverso le sue illustrazioni e le sue caricature (tra l’altro sempre ben fatte) esprime il suo punto di vista, alquanto spiccato. Nell’ultima ‘Karlikatura’ per il Frankfurter Allegemeine’s weekend magazine Lagerfeld ha disegnato la cancelliera Angela Merkel nel suo inconfondibile tailleur rosa insieme a Christine Lagarde, direttrice del Fondo Monetario Internazionale, entrambe in espressioni rigide e burbere, versare monetine in un barile di legno che poggia sulla base di una colonna classica.
Una similitudine colta, che si rifà al mito greco delle Danaidi, le cinquanta figlie di Danao, protagoniste di una vicissitudine macabra e affasciannte in cui lo zio Egitto le obbliga a sposare i suoi 50 figli maschi. Al rifiuto di maritare i propri cugini e al successivo inseguimento dei giovani, le fanciulle sono costrette al matrimonio. Per vendetta, il padre Danao consegna segretamente alle figlie dei lunghi spilloni da celare nei loro cappelli in modo che a mezzanotte ciascuna avrebbe trafitto il cuore del proprio sposo. Per tale massacro le Danaidi furono condannate da Zeus a riempire d’acqua una grande botte che aveva il fondo bucato. Tanta acqua era versata, tanta acqua sarebbe uscita.
‘Il barile delle Danaidi: un’invenzione greca!’ Cosi Lagerfeld firma la sua vignetta e ironizza cosi sull’accordo da 86 miliardi di aiuti che riceverà la Grecia, in un’illustrazione che sta già facendo parlare.
Ma Lagerfeld, definito ‘il signore della moda’ essendo direttore creativo di Chanel, Fendi e della maison che porta il suo nome, non è nuovo ad allusioni taglienti e commenti diretti sui temi più scottanti. La stessa ultima sfilata di Chanel è stata una sorta di dichiarazione politica, una vera e propria manifestazione femminista, coincisa con un grande sciopero di una compagnia aerea e con un grande senso di protesta che invaso la Francia. Un caso? Forse si dato che gli show vengono progettati mesi e mesi prima, ma senza dubbio la vena anticonformista e di forte cambiamento sociale è interpretata con grande maestria dallo stilista. Uno show che ha seguito l’ambientazione ‘supermercato’ dell’anno precedente, ricreata nel magnifico Grand Palais di Parigi. Una mirabile riflessione sulla cultura pop post-modernista, la cultura di massa che s’infiltra nell’ incontaminato mondo del lusso. Un’unione di alto e basso in cui si abbattono barriere sociali ma ci si ritrova nel tempio del consumismo in scatola, in un’illusione quasi malinconica.
Come lo si voglia interpretare, Lagerfeld rimane un icona dei nostri tempi e scandisce in modo lucido l’estetica della società moderna, passando dalla moda e dalla comunicazione nel suo senso più esteso. Alla prossima ‘Karlikatura’!
Miriam Bakkali