Design, cucina e arte si uniscono in un nuovo esperimento creativo.
Dodici grandi chef reinterpretano i loro famosi piatti per ExtraWatches in un’inedita edizione di prestigio. Il progetto chiamato ‘Montre for Chef’ riscopre una nuova sfida alla creatività e al linguaggio espressivo tra diverse arti, interpretando celebri piatti di grandi chef italiani.
Riccardo Zannetti è l’artefice dei disegni, fatti a mano, usando una tecnica di lacche sovrapposte, prima incidendo su una base di noce di Tagua, materiale naturale derivante dai semi di una palma sud-americana, e quindi decorato a mano con la tecnica della pittura miniata che regala un effetto di profondità che rende ogni dettaglio reale e leggibile. Ogni pezzo è un unicum e per ogni piatto sarà realizzata una serie numerata di 100 pezzi. La cassa è in acciaio dal diametro di 44 mm e il quadrante base realizzato con fossile mammut rende questi orologi dei veri e propri pezzi da collezione.
Ogni orologio ha due cinturini in vitello stampato, uno nero e uno in un colore che sposa le tonalità predominanti del piatto.
I piatti sono stati scelti in base al riconoscimento che hanno ricevuto e anche dall’innamoramento personale dell’ideatore Giancarlo Maffi, che ha unito la sua passione per gli orologi all’alta cucina, racchiudendo nei quadranti delle vere e proprie storie di ricerca e amore.
Per facilitare la comprensione delle miniature dei quadranti è stato nostro piacere ricercare le storie dietro a questi grandi piatti italiani:
Massimo Bottura – ‘Camouflage’ ‘Una lepre nel bosco’. Un quadrante dall’aspetto mimetico di verdi e marroni, che prende spunto da un aneddoto scovato dentro il libretto di Gertrude Stein su Picasso. In questo piatto la lepre marinata incontra il foie gras, lo zucchero mascobado, erbe aromatiche frullate, porcini grigliati disidratati, il sale alla vaniglia e un trionfo di spezie polverizzate (dal ginepro, ai chiodi di garofano al pepe). Si uniscono briciole al caffe e cioccolato, tritato di sedano rapa, tartufo bianco disidratato. Una mistura avanguardistica che riesce a trovare il giusto risalto artistico anche sul quadrante di un orologio.
Moreno Cedroni – ‘La seppia blu’ Un piatto nato da un’idea tanto semplice quanto straordinaria. Una cucina rivoluzionaria, quella di Cedroni, che precede le mode per poi non seguirle. Una cucina bella, in cui si appaga la vista ancora prima del gusto in un’ecclettica ironia estetica. La seppia diventa cosi blu dopo una lunga infusione a freddo nell’acqua di cottura del cavolo viola. Geniale.
Mauro Uliassi – ‘Sud’ Uliassi presenta uno dei piatti più enigmatici di questi quadranti in cui bisogna esplorare con curiosità i vari colori. Il titolo rappresenta l’eccellenza agroalimentare del sud: la mozzarella di bufala campana, protagonista del ‘Cremoso di mozzarella’, in cui la materia prima si ritrova in forma di zuppa fredda, con frammenti di acciughe, anguilla affumicata, cappelli fritti, pomodorini del piennolo, peperoni cruschi, crostini di pane al nero). La bufala che come oro bianco invade il quadrante e diventa arte.
Enrico e Roberto Cerea – ‘Paccheri al pomodoro’ ‘La scarpetta’ è il consiglio degli chef Cerea, che rendono un caposaldo della tradizione culinaria italiana un piatto da tre stelle Michelin. Per i Cerea ‘il pacchero al pomodoro’ un piatto ‘rito’ in cui la stessa pietanza diventa interattiva e si interagisce col cliente attraverso la mantecatura che avviene live davanti all’ospite. In questo quadrante l’estro dà spazio alla tradizione in cui il pomodoro e il suo sugo ne fanno da padroni.
Andrea Aprea – ‘Caprese dolce salata’ Un classico che si riscopre in un armonioso contrasto di ingredienti 100% italiani: la mozzarella, il pomodoro e il Parmigiano Reggiano. Un piatto inaspettatamente di difficile realizzazione ma sensazionale al gusto. Un uovo di cristallo croccante e dolce che racchiude una bufala su letto di pesto e pomodori. Squisito.
Costardi Bros – ‘Tricolore di riso’ Interpreti straordinari del riso, i fratelli Costardi rivisitano il simbolo delle domeniche estive italiane: l’insalata di riso. La loro creazione trova forma in tre varietà di riso integrale: venere, rosso e carnaioli, per dare appunto croccantezze differenti al gusto finale. Il tutto accompagnato da scampi, crema di piselli e menta che trovano sul quadrante uno spazio tutto loro.
Igles Corelli – ‘Spaghetti alle Vongole’ Un altro grande classico che è riscoperto con arte e creatività. Una creatività scioccante sotto tutti i punti di vista, ovvero un piatto creato grazie allo shock termico. La pasta scopre una cottura alternativa in cui non è bollita ma cotta in un brodo aromatico, dal risultato cremoso in cui la pasta conserva tutto l’amido, regalandolo al sugo. Uno spaghetto che diventa cosi ‘risottato’ e che trova sul quadrante una nuova creatività.
Antonino Cannavacciuolo – ‘Insalata liquida’ Un’insalata in cui l’insalata cambia consistenza, viene bollita per 30 secondi e poi frullata. L’insalata incontra cosi la stracciatella di bufala, acciughe e trucioli di pane. Un piatto che racchiude la filosofia dello chef ‘Nord-sud’ con il sentore mare e terra, in cui convivono bene dolce, croccante ed amaro. Adattissimo il cinturino verde in abbinamento al quadrante sgarciante.
Nino Di Costanzo – ‘Pasta e patate’ Vincitore della ‘Pasta dell’anno’ 2014 della Guida Ristoranti d’Italia, ‘Pasta e patate’ è un inno alla tradizione campana. Un piatto tradizionale di cui è dovere conservare il giusto sentimento e che quindi non può essere travolto, ma semplicemente raccontato in nuova luce. Di Costanzo usa cosi solo ingredienti del territorio in una composizione complessa con 22 formati di pasta, con cotture differenti, 3 varietà di patate, e ancora pesce freschissimo (gamberi e seppie) e fondo bruno di vitello. Un grande classico che si ritrova più astratto nel quadrante ma sempre appetitoso.
Vito Mollica – ‘Cavatelli cacio e pepe’ Un suntuoso piatto italianissimo che celebra la pasta fresca tradizionale. I gamberi rossi siciliani e i calamaretti del Tirreno fanno da protagonisti della creazione scelta come miglior piatto dell’anno 2014. Un piatto simbolo della cucina dello chef Mollica, tecnica e generosa nei gusti, che trova sul quadrante un aspetto casareccio e corposo.
Ciccio Sultano – ‘Sale, olio e grano’ La terna sacra dello chef Sultano, il marchio che contraddistingue ogni sua attività aziendale. Sono questi tre gli elementi che hanno aperto alla creatività di Sultano scenari importanti sulla cucina siciliana. L’olio rigorosamente extravergine siculo, che rappresenta ‘il fluido della vita’. Il grano come essenza di ogni inizio e il sale, lo stabilizzatore del gusto. Una filosofia che nel quadrante dell’orologio coniuga l’essenza della tradizione con l’estrosità della creazione.
Luciano Zazzeri – ‘Seppie e triglie alla livornese’ Un rapporto autentico con il mare e la terra quello di Zazzeri, che consolida un dialogo profondo con le materie prime della sua Maremma. Le sue seppie nere con filetti di triglia alla livornese ritrovano tutta l’esperienza dello chef, che nasce come pescatore. Il pesce lo sa riconoscere e lo sa lavorare, e da questo amore incondizionato nasce il piatto simbolo de ‘La Pineta’, ristorante a Marina di Bibbona, Livorno.