‘Nutrire il pianeta’ e farlo tutelandone la salute è il messaggio principe di Expo 2015. E in questo delicato dialogo si incontrano cibo e moda per riscoprire la sostenibilità nella sua eleganza.
E’ stato questo il punto di partenza della 15* edizione del Milano Fashion Global Summit 2015 dal titolo ‘Sustainable Fashion, Sustainable Food’ , organizzato da Class Editori, tenutosi il primo luglio scorso in collaborazione con Camera Nazionale della Moda Italiana, ‘The Wall Street Journal Europe’ e Bank of America-Merril Lynch.
L’evento dedicato all’Expo ha analizzato il rapporto tra moda e cibo, in un nuovo approccio green e sostenibile, in cui i due mondi si incontrano e si arricchiscono.
Paolo Panerai, Editor in chief di Class Editori sottolinea che “c’e’ un trend inevitabile in cui la socialita’ che si realizza a tavola e’ importante per integrare moda e lusso. Tra i doveri di chi e’ all’apice dell’eleganza deve esserci anche il pensiero della sostenibilita’ che e’ un tema che si coniuga con un bisogno umano che e’ quello di vestirsi. Per me la sostenibilita’ e’ un fatto sociale, economico e morale, la sostenibilita’ racchiude molti valori e su questo tema l’Europa ma soprattutto l’Italia puo’ dare un contributo fondamentale”.
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La moda, responsabile di una grande parte dell’inquinamento globale a causa dei suoi processi produttivi e alla distribuzione, ha ora più che mai il dovere di cambiare ottica e agire. Parola d’ordine : Sostenibilità.
Ma partiamo dal principio: cosa vuol dire ‘moda sostenibile’? Per ‘sostenibile’ si intende un processo in cui il prodotto finale è ottenuto con fibre ecologiche, rispettando criteri ambientiali ed etici, per esempio attuando un piano di riduzione dell’utilizzo di sostanze chimiche, risparmio di acqua ed energia nel processo di lavorazione dei tessuti, garantendo che i diritti dei lavoratori siano rispettati attraverso tutta la filiera produttiva.
Prediligere sia nel fashion sia nel food la filosofia eco è la strategia da seguire per rispondere alla sempre più crescente domanda da parte dei consumatori che ricercano non solo qualità, ma innovazione, artigianalità e responsabilità. Concordano anche le statistiche che ribadiscono la volontà del 92,4% degli italiani prediligere aziende che ‘non implichino un rapporto predatorio con la terra’ (Ipsos/Osservatorio Consumi). L’estetica e l’etica si incontrano cosi in nuove strategie di mercato made in Italy e made in Tuscany. Alcuni esempi straordinari di questo nuovo approccio green all’italiana sono ‘Orange Fiber’, un progetto di due giovani imprenditrici sicule che hanno saputo ricavare dagli scarti delle arancie un tessuro pregiato e sostenibile che somiglia alla seta, o ancora ‘DueDiLatte – Made in Toscana’, in cui gli scarti del latte ritrovano una seconda vita in un nuovo tessuto naturale ed ecologico dalle proprietà ipoallergeniche, antibatteriche ed idratanti.
Questa sinergia tra moda e cibo, non può che incontrare il turismo che, come sottolineato da Montezemolo durante il summit, deve giocare di squadra e fungere da volano per rivitalizzare un paese ‘troppo buono e troppo bello’.