Secondo un’indagine realizzata da Deloitte sul sistema sanitario italiano nell’ambito della digitalizzazione, circa la metà degli italiani (51%) ha prenotato una prestazione sanitaria in rete nel corso del 2022. Il 54% degli intervistati ha ricevuto referti o risultati di esami medici online, e il 45% ha utilizzato internet per inviare gli stessi documenti al proprio medico. Pur con una certa diffusione dell’utilizzo di tecnologie digitali per rapportarsi con il SSN, siamo quindi ancora lontani da un uso universale di questo tipo di opzioni. Oltre alle tante opportunità positive della telemedicina, infatti, esistono alcune difficoltà da superare perché diventi una soluzione utilizzata da tutti i cittadini.
La telemedicina, così come viene definita sul sito del Ministero della Salute, comprende tutte quelle prestazioni sanitarie che, grazie all’impiego delle tecnologie digitali, non richiedono che paziente e professionista sanitario si trovino nello stesso luogo. Attraverso la telemedicina si possono visitare i pazienti in videochiamata, monitorare condizioni di salute e parametri vitali a distanza, coordinare le operazioni di diversi specialisti, inviare diagnosi, referti e documenti, e molto altro ancora.
La rete offre inoltre una vasta gamma di soluzioni per la cura della propria salute, come la possibilità di acquistare farmaci da banco, integratori, prodotti per il benessere e altro ancora su farmacie virtuali come Redcare, o l’accesso a diversi corsi online mirati ad accrescere le proprie conoscenze e assumere uno stile di vita più sano. È sempre più comune, inoltre, l’opportunità di comunicare in videochiamata con diversi professionisti della salute, dagli psicologi ai nutrizionisti e ai fisioterapisti, per percorsi di trattamento accessibili e personalizzati.
Le persone intervistate da Deloitte durante la ricerca già citata indicano tra gli aspetti positivi legati alla telemedicina la possibilità di accesso e utilizzo più semplici per i servizi (47%), una scelta più ampia (38%) e una continuità maggiore di cure e trattamento (32%). Dal punto di vista del Sistema sanitario nazionale, i servizi di medicina online permettono di redistribuire in modo più efficace personale e attrezzature tecnologiche per una copertura ottimale di tutto il territorio. La telemedicina offre inoltre maggiore accessibilità ai cittadini che abitano in territori rurali o remoti, che grazie alle tecnologie digitali possono ottenere assistenza domiciliare con più semplicità. Una maggiore efficienza nell’erogazione delle prestazioni sanitarie dovrebbe portare, poi, a una riduzione delle liste di attesa per importanti servizi di prevenzione, rendendo al tempo stesso più leggero il carico di lavoro che grava sulle spalle del personale sanitario.
Il rapido invecchiamento della popolazione italiana, che aumenta la pressione sul SSN e rende urgente l’implementazione di soluzioni più efficaci, è al tempo stesso uno dei freni alla diffusione della telemedicina. In un Paese in cui le competenze digitali di base sono basse tra i cittadini in generale, gli anziani sono tra quelli che hanno maggiori difficoltà a orientarsi tra l’offerta variegata di servizi online. Tornando al sondaggio di Deloitte, il 32% dei partecipanti si è dichiarato preoccupato per il disagio nell’usare tecnologie digitali sulle quali non si possiedono conoscenze adeguate. Oltre ai problemi legati alle competenze digitali, un 47% degli intervistati ha espresso incertezza riguardo all’eventualità di perdere contatto personale diretto con medici e personale sanitario. Non meno importante, i servizi dovranno essere implementati seguendo un progetto che ne permetta l’utilizzo coordinato tra diversi enti e centri medici, con piattaforme intuitive e accessibili anche agli utenti meno esperti, assistenza tecnica adeguata, e una forte attenzione alla sicurezza informatica per evitare perdita e diffusione di dati sensibili relativi alla salute dei pazienti.
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