L’orgasmo femminile è generalmente contornato e talvolta sostanziato da falsi miti, credenze e leggende. Chi tra le nostre lettrici non si è mai posta l’amletica domanda…“sono più clitoridea o vaginale?”. Chi è senza curiosità, scagli la prima pietra. L’orgasmo rosa è in realtà, per tutte, dato dalla contrazione ritmica degli stessi gruppi muscolari, cioè il muscolo pubococcigeo e quello elevatore dell’ano. Più precisamente, le contrazioni sono circa 5/8, una ogni 0,8 secondi. Primo falso mito da sfatare: l’orgasmo è uno solo ed è un evento psicofisico che parte dal cervello. Non esiste cioè differenza tra orgasmo clitorideo e vaginale, ma ciò che è differente sono le diverse sensazioni che una donna può sperimentare in base alla diversa stimolazione del clitoride, che può essere per esempio diretta con la masturbazione o indiretta attraverso la penetrazione. Non me ne voglia il buon Freud, ma i fatti dimostrano che le donne che non raggiungono l’orgasmo attraverso la penetrazione non sono affatto isteriche. A supporto di ciò ricordiamo che solo tre donne su dieci possono infatti raggiungere l’orgasmo con i soli movimenti coitali, per le altre è indispensabile la stimolazione clitoridea. Che dire poi dei famosi “orgasmi multipli”? Tanto per iniziare, è bene sottolineare che la risposta sessuale della donna è diversa da quella dell’uomo. Questa infatti, a differenza dell’uomo, non ha il periodo refrattario, cioè quel tempo che intercorre tra una eiaculazione e l’altra, caratterizzato da calo dell’eccitazione e conseguentemente dell’erezione.
Oltre alle componenti fisiche comunque, sono importanti le componenti cognitive ed il coinvolgimento emotivo che si riesce a sperimentare nel rapporto stesso. Solo alcune riescono ad avere orgasmi multipli ma nella maggior parte dei casi, a seguito dell’aumento della sensibilità, dopo un orgasmo si può persino provare fastidio nel proseguire il rapporto. Se alcune riescono ad averne più di uno consecutivamente, altre hanno difficoltà anche a raggiungerne uno. Non è un caso che molti maschietti assumano talvolta un atteggiamento da investigatori privati nell’intento di capire se la propria partner ha o non ha avuto l’agognata esplosione. A tal proposito è bene chiarire che l’orgasmo femminile non ha segnali fisici precisi e inequivocabili.
Questi variano molto da donna a donna e la stessa può averne differenti in diversi momenti del ciclo mestruale o fasi della vita. Il massimo piacere è una forte sensazione di coinvolgimento, una percezione di scariche piacevoli, un appagamento totale che, come abbiamo detto, è accompagnato da contrazione dell’utero e della muscolatura vaginale, invisibili esternamente e spesso inavvertite anche dalla donna stessa. Tanto quanto la ricerca di questi segnali spesso risulti vana quanto per i senesi, come disse Dante, la ricerca della Diana, in molti ricorrono agonisticamente la contemporaneità degli orgasmi durante un rapporto. In altri termini, è bello “solo se veniamo insieme”. A parte il fatto che all’interno di una relazione, più che venire insieme, sarebbe importante, quanto meno, andare nella stessa direzione…debbo dire che, alla luce di molte indagini riportate in letteratura su questo argomento, troppo spesso il rapporto sessuale è guastato proprio da questi tentativi di orgasmo simultaneo o dagli sforzi eroici fatti da entrambi i partner al fine di ottenere l’orgasmo desiderato. Si, certo…sperimentare l’esperienza di un orgasmo simultaneo è una delle possibili combinazioni di raggiungimento di massimo piacere all’interno della coppia, ma non deve chiaramente essere inteso come l’obiettivo primario. Una cosa positiva, se portata all’eccesso, può facilmente diventare negativa. Tutto ciò che è assoluto coincide con la patologia, suggeriva Nietzsche. Meglio rilassarsi, abbracciarsi e pensare al proprio piacere e a quello del partner senza porsi obiettivi, tenendosi lontani da una qualunque idea di prestazione: siamo a letto, non in palestra!
Dott. Jacopo Grisolaghi
Psicologo e Sessuologo – Dottore di Ricerca in Psicologia