Torna l’appuntamento con la rubrica la luna & l’alloro (trovate qui la prima puntata dove si raccontano i protagonisti).
Questa settimana l’argomento lo ha scelto Lorenzo: “facciamo i romantici, su, scegliamo l’amore”
Raccontami una storia ed era sempre la storia di una qualche principessa che si doveva salvare. Ed era sempre un principe a salvarla. La storia di Biancaneve che stava a casa mentre i nani erano a lavoro in miniera. Ma Biancaneve avrebbe anche potuto essere una geologa a capo dell’intera miniera. E la Bella addormentata, magari nel bosco aveva un bell’agriturismo. E forse Cenerentola diventó una stilista di scarpe per piedi piccoli. Ci siamo immaginate principesse che dormono o soffrono nell’attesa di un principe arrivi a salvarle. Non è così. Nella vita reale noi principesse ci salviamo da sole, ogni giorno. E solo quando siamo abbastanza forti e brave, abbastanza salde sui nostri piedi, che siano infilati in tacchi 12 o dentro comode sneakers poco importa, che allora possiamo accogliere un principe. Solo quando ci saremo messe in salvo da sole, saremo pronte all’amore. Al principe azzurro. Perché l’amore non può essere dettato dal bisogno. Tutte le scelte che nascono per colmare vuoti finiscono per essere scelte sbagliate. Non ci si innamora perché ci si sente soli, non ci si innamora per essere salvati. Non ci si innamora perché si ha tanto bisogno del messaggio della buonanotte e del buongiorno, ci si innamora perché un giorno come un altro, quando sarete già salve, incrocerete un sorriso. E forse non sarà esattamente il principe azzurro che avevate immaginato. Anzi, sarà decisamente di un celeste sbiadito, vi farà arrabbiare almeno un paio di volte a settimana, sarà poco puntuale e spesso distratto. Ma sarà lui. L’amore. Perché la vita sicuramente non è come nelle favole. È persino meglio.
Selene Bisi
“Di cosa parliamo quando parliamo d’amore?”, chiede, per bocca di uno dei suoi personaggi, Raymond Carver nel racconto così intitolato, ma non è certo stato il primo uomo della storia ad essersi posto questa domanda ed io non sarò l’ultimo. Penso che ognuno di noi sia stato innamorato ed io non faccio eccezioni. Anzi, devo dire che lo sono stato spesso durante le diverse fasi della mia crescita, e di diverse ragazze. Bionde, more; di città, di campagna, del mare; occhi azzurri, occhi verdi; dell’Europa dell’Est, dell’Africa… Ma il risultato non è mai stato diverso.
È una cosa meravigliosa, per i primi 5 minuti. Ti senti euforico, vedi il mondo come una bellissima giostra e la vita sembra meglio di un sogno. Poi ti rendi conto che lei non ti calcola nemmeno se ti sdrai ai suoi piedi o, peggio, ti dice che per lei sei solo un amico, e lì si frantuma ogni favola disneyana.
Amore non corrisposto. Categoria ignorata dai filosofi greci, è più una condanna che un sentimento, forma di tortura dell’anima travestita da promessa di piacere autoimposta. È come essere in prigione ed avere a disposizione la chiave per uscire: sai qual è la cura del tuo male, ma continui a voler soffrire.
Non so se sia connaturata alla mia situazione o se sia un’afflizione comune dell’umana gente, ma questa è la sola forma di amore che ho provato. Può sembrare un’accusa, ma non lo è: voglio solo riportare la mia esperienza. Mi rendo conto che sia quasi impossibile intessere una relazione normale con un malato o esserne attratta sensualmente. E, se io fossi sano, sono sicuro che non starei con una ragazza nelle mie stesse condizioni. Amore è libertà, non sopporta catene.
Ma non è detta l’ultima parola. “Amor, ch’a nullo amato amar perdona”, dice Francesca da Rimini nel celeberrimo Canto V dell’Inferno di Dante, e non posso far altro che sperare di trovare, anch’io, qualcuno che ricambi l’amore che ho provato.
Lorenzo Santoni