Internet è diventata oramai essenziale per le nostre vite, e i benefici che ha portato alla nostra quotidianità sono innegabili e sotto gli occhi di tutti. In pochi click possiamo infatti accedere ad una mole di informazioni inimmaginabile, e svolgere in qualche attimo compiti che richiederebbero ore. Basti pensare ad esempio alla comodità di avere un conto corrente online, che ci permette di non perdere tempo in coda agli sportelli. Oppure alla praticità di un acquisto su e-commerce, dove grazie a questi shop possiamo trovare in rete di tutto, e farcelo recapitare comodamente a casa in breve tempo. Ma se i vantaggi del web non sono certamente in discussione, anche i pericoli connessi alla navigazione non sono da meno.
Il web è un luogo “strano”, dove ogni vantaggio offerto cela anche delle insidie che possono compromettere la nostra sicurezza. Ad esempio, durante il lockdown per il Coronavirus, sono tornati alla ribalta i software di videconferenza. Molte app esistevano già da prima della pandemia, mentre altre sono nate proprio per l’occasione. Parliamo di piattaforme che hanno permesso di sentirci meno soli, ma anche di proseguire le attività lavorative in modalità smart working, oppure di terminare il programma scolastico, seppur non senza intoppi.
Chiaramente questi benefici sono talmente evidenti, che nessuno si sognerebbe di metterli in discussione. Ma purtroppo, come spesso accade, la moneta ha due facce. Prendiamo il caso di Zoom Meeting, applicazione di videconferenze molto nota in ambito professionale (e non solo). Proprio l’incremento della sua diffusione, durante la quarantena ha fatto emergere lacune piuttosto importanti sotto il profilo della sicurezza, esponendo gli utenti agli attacchi dei cyber criminali.
Ogni bug di qualsiasi software di questo tipo, rappresenta un pericolo di enormi dimensione per chi li utilizza. A dirla tutta, anche dove non sono presenti errori di programmazione, qualcuno particolarmente abile potrebbe comunque riuscire a intrufolarsi all’interno dei computer o dei telefoni che li utilizzano. Ad ogni modo, le mancanze di Zoom si sono rivelate davvero importanti, dal momento che non era presente alcun supporto alla cifratura end-to-end. Ad aggravare la situazione, l’utilizzo di algoritmi per la crittografia di scarsa qualità. Il risultato? 200 milioni di utenti esposti a una quantità infinita di pericoli.
Il caso di Zoom è solamente uno di quelli più recenti di cui parlare in merito alla scarsa sicurezza di molti software, ma l’elenco potrebbe essere realmente molto lungo. Fortunatamente esistono alcuni accorgimenti che possiamo adottare per proteggerci maggiormente dai pericoli del web. Il primo di questi passa dalla scelta del browser, e soprattutto dal mantenerlo aggiornato. Alcuni tra i più noti mostrano particolare attenzione verso il fattore sicurezza, come Mozilla Firefox oppure Opera.
In seconda battuta troviamo la scelta di una password sicura per ogni servizio utilizzato, dove la sua composizione deve rispettare alcuni criteri, evitando tra l’altro di tenerne una unica per ogni accesso. Infine (ma non da ultimo), per navigare in sicurezza il consiglio è quello di ricorrere ad una VPN, ovvero ad una Virtual Private Network. Sono in molti infatti a chiedersi come navigare in incognito, e le VPN sono la risposta a questa esigenza sempre più frequente da parte degli utenti.
Parliamo di reti virtuali, paragonabili per sicurezza ad una tradizionale rete LAN cablata non connessa a internet, che permettono di non “comunicare” il proprio indirizzo IP in rete, così da consentire proprio una navigazione anonima. Ricordiamo infatti che un IP non è altro che un indirizzo numerico univoco, ovvero corrispondente al terminale che accede alla rete (quindi rintracciabile). Ma i benefici di una VPN non terminano qui, perché grazie alla cifratura dei dati scambiati, tali informazioni non saranno comprensibili all’esterno, esattamente come avviene in una rete cablata LAN tipo quelle aziendali.
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