Pokémon Go è il gioco dell’anno ed è stato finalmente rilasciato anche in Italia. Lo abbiamo provato per voi, scoprendo i Pokémon che affollano il nostro centro storico.
Siena di torri e di palazzi. Siena di cultura, di arte e di tradizione. Siena del Santa Maria della Scala, del Duomo, di Piazza del Campo. Siena degli Zubat, dei Rattata e dei Golbat. No, non è una lingua strana e non sono neanche nomi di malattie contagiose che correte il rischio di contrarre, ma potreste imbattervi negli animaletti più famosi del mondo anime che scorrazzano allegri proprio nel centro storico della nostra città.
Da oggi finalmente rilasciato anche in Italia e noi non potevamo esimerci dal farci coinvolgere dalla mania del momento e provare per voi il fantomatico gioco dell’anno: così, armati di smartphone, ci siamo addentrati nel magico mondo di Pokémon Go.
Cos’è Pokémon Go?
Intanto, partiamo con lo spiegare cos’è esattamente questa nuova app per Ios e Android che ha letteralmente spopolato in ogni parte del globo. Il videogioco è sviluppato da Niantic, creato con la collaborazione di Game Freak, The Pokémon Company e Nintendo ed è un viaggio tra mondo reale e mondo virtuale che permette un’innovativa esperienza di gioco. Sul filo dei giochi Nintendo usciti negli anni e che davano la possibilità di moversi in un’avventura alla ricerca dei Pokémon, anche stavolta si è nei panni di un allenatore con l’avatar che viene creato all’inizio del gioco. Prima di partire, si entra subito in contatto con i primi tre Pokémon tra i quali scegliere il proprio fedele compagno di viaggio: la scelta potrà esser fatta tra Charmender, Bulbasaur e Squirtle, anche se voci narrano di alcuni trucchi per entrare in possesso di un Pikachu, proprio come il protagonista dell’anime giapponese. I piccoli esserini sono nascosti in giro per le città, vicino ai monumenti, nelle piazze e nei pressi di fontane o specchi d’acqua: basterà avvicinarsi ad un luogo e sul nostro smartphone potremo essere “attaccati” da un Pokémon selvatico.
Quindi, nell’ammirare i merli del Palazzo Pubblico, non spaventatevi se vedrete un Pidgey gracchiante intento a svolazzare da una trifora all’altra. Siena e le sue strade, a quanto pare, sono popolate sopratutto da Pokémon che amano il buio e gli ambienti angusti, basti pensare agli innumerevoli vicoli, anche i più nascosti, invasi da Zubat e Golbat selvatici, i Pokémon pipistrello. Nel gioco per Game Boy, gli Zubat popolavano sopratutto le grotte, ma anche i luoghi più antichi che si attraversavano nell’esplorare le regioni di Kanto e Hoenn.
Probabilmente, questi esserini amano la storia, esattamente come la amano i creatori del gioco: durante la ricerca, è possibile incontrare i Pokéstop, ovvero zone in cui fare rifornimento di risorse come pokéball, pozioni e altri supplementi per continuare a giocare. Questi punti corrispondono ai monumenti e luoghi di interesse delle città e Siena, ricchissima di entrambi, è piena di Pokéstop pronti ad accogliere i viaggiatori in cerca di Pokémon che intendono rifocillarsi.
L’utile che si unisce al dilettevole, quindi. Sembra proprio che Niantic abbia escogitato un buon modo per valorizzare i luoghi culturali e artistici, seguendo un po’ la scia dell’ormai collaudato Geocaching.
Del resto, quale miglior modo di fare turismo, se non quello di cercare un Pokémon raro sulla Torre del Mangia?
Arianna Falchi