Piatti e bicchieri? Li mette a posto il braccio robotico dell’Università di Siena: ecco come funziona il nuovo progetto dell’ateneo

Provate a immaginare una nostra estensione tecnologica che, vedendoci attraverso delle telecamere, ci mette a posto i piatti che gli consegniamo, oppure ci dà un bicchiere d’acqua. E mentre fa tutto questo capisce sia il peso e la forma dell’oggetto e presta massima attenzione nel portare in fondo il suo compito. Questo è quello che vuole fare il braccio robotico su cui sta lavorando il Siena robotics e systems lab dell’ateneo con i colleghi dell’Istituto tecnologico di Genova.  Lo studio visionario è stato premiato in Giappone dalla Società internazionale della robotica e dell’automazione. “C’è grande soddisfazione. Il riconoscimento arriva da quella che è la più importante conferenza “human – to -robot” del settore”, ammette Maria Pozzi, della squadra che ha partecipato alla ricerca. Chiaro è che questo strumento innovativo sia rivolto alle persone che hanno delle disabilità. “Un semplice gesto in realtà simula interazioni più complesse. Persone con una mobilità più ridotta possono passare delle cose personali”,   spiega l’altro membro del team Gionata Salvietti. Ecco invece come funziona il contatto tra la persona e la macchina: “C’è un sistema di telecamere che comprende i movimenti dell’uomo. E di conseguenza provvede attivano il robot stesso per un’interazione che è fisica e tattile”. Lo studio, supervisionato dai docenti Domenico Prattichizzo e Monica Malvezzi, è durato sei mesi ed ha ottenuto un importante risultato. Ma adesso si guarda già al futuro: “Il fine ultimo è sfruttare la ricerca per dargli un’applicazione domotica”.