Internet e le nuove tecnologie digitali non stanno solamente cambiando la quotidianità degli individui ma stanno rivoluzionando anche il modo di fare impresa, il “movimento” dei prodotti e le dinamiche di acquisto: adesso anche in Italia, così come in altri Paesi Europei. Secondo le stime di crescita di Confesercenti per il 2016, infatti, le imprese italiane che utilizzano strumenti digitali per commercializzare i propri prodotti saranno circa sedicimila (una crescita del 165,4 % rispetto al 2009) e raggiungeranno le cinquantamila unità entro il prossimo decennio.
Questa crescita esponenziale non risulta né omogenea per tutte le classi d’età né equamente distribuita lungo tutta la penisola con alcune regioni che si stanno dimostrando all’avanguardia nel campo; basti pensare che un terzo delle attività commerciali on-line è concentrato in Lombardia e nel Lazio. Subito dietro le due realtà principali si piazzano Piemonte, Veneto e Toscana.
Uno dei fattori determinanti per il successo del commercio on-line è la scelta della logistica distributiva con cui organizzare la rete economica.
Secondo uno studio delle sezioni “Digital Innovation” e “Osservatorio e-commerce” del Politecnico di Milano, infatti, l’efficienza delle risposte al cliente, cioè il tempo che intercorre tra ordine e consegna è influenzata principalmente dalla struttura della distribuzione caratterizzata da tre elementi principali: tipologia di magazzini, numero e localizzazione.
Tra i 20 principali negozi di e-commerce italiani, la soluzione prevalentemente adottata è quella di un deposito con scorta localizzato nel centro nord. Struttura che garantisce un tempo medio di consegna del prodotto di 24-48 ore.
E proprio la Toscana si sta dimostrando all’avanguardia nel settore sia per quanto riguarda il numero di aziende on-line che per l’assetto della rete di distribuzione. La Regione, infatti, è la terza in Italia per numero di strutture distributive per l’e-commerce. L’importanza di avere una struttura distributiva performante è dimostrata dalla recente e innovativa esperienza di Packlink.it, portale che riunisce i servizi dei principali spedizionieri in modo da rendere semplice e intuitivo l’accesso alla gamma di servizi e alle tariffe disponibili sul mercato. Il sito nasce “per aiutare aziende e privati a risparmiare tempo e denaro nelle operazioni di spedizione e consegna dei pacchi” e lavora nell’innovazione dell’offerta distributiva supportando i piccoli e medi shopping online nella distribuzione economica e rapida dei prodotti venduti.
Ma vediamo quali sono le caratteristiche di chi ha scelto di investire nel web per la propria attività economica. Gli imprenditori che hanno intuito l’importanza del business via web risultano in media dieci anni più giovani di quelli che si occupano solo di vendita al dettaglio (39,7 anni contro 48,2). Gli under 35 in questo campo sono il 28,4% rispetto al 14,9% del commercio tradizionale (dati Adnkronos).
Le attività commerciali e turistiche, ormai, non possono più fare a meno delle tecnologie digitali: l’80% delle più grandi e quelle che dispongono di un sito, infatti, prevede servizi di ordinazioni o prenotazioni online.
Aumenta anche l’utilizzo dei social network. Al momento l’utilizzo principale è quello di bench-marking con la raccolta di opinioni, pareri, recensioni e risposte dirette al cliente. Tra le imprese medio-grandi nei settori del commercio e della ricettività, la quota di utilizzo di almeno un social media è stimabile per il 2016 è dell’82,3%, quasi il 20% in più del 65,4% registrato nel 2013.
Cresce anche l’uso di fatture elettroniche, anche se, al momento, si tratta di un fenomeno esclusivo delle realtà più grandi e strutturate: si prevede che l’esclusività della ricevuta cartacea per il 2016. rimarrà solo per il 5,4% degli operatori del commercio all’ingrosso e al dettaglio, per il 7,9% dei pubblici esercizi e per il 10,3% della operatori sei settori turistico-ricettiviti.
Accanto alla crescita delle attività on-line diventa fondamentale l’aumento delle competenze digitali, oggi non più esclusiva dei giovani o del mondo accademico: le stime per l’anno appena iniziato, infatti, prevedono che gli specialisti Ict impiegati nel commercio saranno il 16,2% del totale, dato in netta crescita rispetto agli anni precedenti e allo stesso 2015.