Come accennato lo scorso appuntamento, nella seconda metà del XII secolo l’ospedale di Santa Maria conosce un momento di turbinosi mutamenti sia di carattere istituzionale, con la rottura del rapporto di interdipendenza con la canonica della Cattedrale e l’evolversi di una realtà distinta da questa, sia di natura edilizia, con la traslazione dell’ente sul versante occidentale del poggio del Duomo, dunque nel sito odierno.
Ubicazione, come detto, congeniale per molteplici ragioni, ma soprattutto perché permette una notevole espansione della struttura, trattandosi di uno spazio sufficientemente ampio e sgombro di edifici. Così, sin dalla fine del secolo, l’ospedale comincia un’oculata politica di accaparramento delle aree circostanti la nuova sede per poter programmare al meglio la propria espansione sul fronte occidentale della piazza. Il primo atto di compravendita in questa direzione, infatti, è datato 26 agosto 1195, quando Uggerio di Ugolino vende al Rettore dell’ospedale Incontrato la metà di una piazza per 12 lire.
I confini espressi nell’atto in questione consentono di collocare questa platea in uno spazio posto nel settore sud-ovest della piazza, dove nel Medioevo sorgerà l’ospedale delle donne. Dopo questa acquisizione ne seguono diverse altre nell’arco della prima metà del XIII secolo, tutte localizzabili nella stessa zona. Parallelamente all’acquisizione immobiliare e fondiaria, si registra, come è ovvio, anche la trasformazione edilizia della struttura. In particolare, prima della metà del XIII secolo l’ospedale porta a termine l’edificio considerato di norma come la primitiva chiesa, cioè l’ambiente, ancora oggi percepibile in facciata, con la parete laterale costituita da conci di calcare cavernoso e il porticato, formato da tre arcate, a corsi alternati di calcare e laterizio. Un ambiente che esiste già nel 1248, quando un atto di oblazione viene effettuato nel porticu extra peregrinarium dicti hospitalis, mentre l’edificazione del primo oratorio ospedaliero è concessa da papa Alessandro IV solo nel 1257.
Se non si tratta dell’originaria chiesa annessa all’ospedale, a quale altro edificio si riferiscono questi che rappresentano i resti più antichi, in facciata, del Santa Maria della Scala? Secondo le più recenti e convincenti interpretazioni si tratterebbe, in realtà , di ciò che si è conservato del primitivo pellegrinaio, il cui accesso principale era posto proprio sotto il porticato. D’altra parte è evidente che l’attuale ingresso è per dimensione posteriore alla costruzione del muro in calcare, essendo assai più grande, e dunque sproporzionato, rispetto al paramento del porticato.
Così come è palese che la costruzione di quest’ultimo, menzionato sin dal 1248, sia posteriore a quella dell’edificio attiguo, appunto il primitivo pellegrinaio, perché nettissima è la relazione d’appoggio della ghiera della prima arcata, che riempie un taglio praticato sullo spigolo della cappella. A questo originario pellegrinaio, peraltro, si accede anche da un ingresso laterale archiacuto, oggi tamponato ma ben visibile tra le due porte del Santa Maria su piazza del Duomo.
A metà del XIII secolo, in definitiva, l’ospedale è formato da un pellegrinaio a sala, da un portico e da altre strutture abitative utili alla famiglia di laici che serve e amministra l’ente.
Un edificio cronologicamente e strutturalmente corrispondente al tipo classico di ospedale medievale al colmo della propria evoluzione, dove per sala si deve intendere un grande vano ad un solo piano, una o più navate (simile quindi ad una chiesa), non suddiviso internamente e con finestre aperte sui lati lunghi, dove talora è aperta una nicchia con funzione di altare. Una tipologia edilizia che risulta la più rispondente alle necessità di accogliere un gran numero di persone sotto lo stesso tetto, e in grado di soddisfare le più elementari esigenze, dal giaciglio all’ufficio divino. Ed è su questa tipologia che si modellano la moltitudine di ospizi sorti in quel periodo.
Da notare, altresì, che originariamente la distinzione tra pellegrinaio e cappella è tutt’altro che chiara, e solo in un secondo momento la seconda diventa un organismo autonomo. Forse per questo motivo alla parte più antica ancora percepibile nel complesso ospedaliero di Santa Maria della Scala viene erroneamente attribuita, ancora oggi, una funzione solo religiosa (chiesa) e non anche assistenziale (pellegrinaio). Solo a fine Medioevo gli ospedali assumeranno una conformazione che si distacca dalla tipologia del monastero avvicinandosi a quella del palazzo, quindi simile a due grandi esempi di ospedali tre-quattrocenteschi come Santa Maria Nuova a Firenze o l’Ospedale Maggiore a Milano.
Roberto Cresti e Maura Martellucci