Grazie a Sinistra per Siena si è tenuta un’affollata riunione a Palazzo Patrizi sulla politica della sosta e la ZTL nell’ottica, giustamente, della vivibilità.
La città si sta spopolando, lentamente, ma inesorabilmente se continuerà la politica attuale che rende difficile la sopravvivenza dei residenti abituali. Sono centinaia i ‘fuggitivi’ degli ultimi anni, mentre sui circa 10mila abitanti entro le mura, gli ultrasessantacinquenni rimangono grosso modo 3mila.
Il che vuol dire che in proporzione ai ‘resistenti’ la quota di anziani sta crescendo e che quindi diviene sempre più necessaria una politica a favore degli anziani oggi in gran parte inesistente per certi aspetti: in tempi così difficili Vivere almeno tranquilli è cosa altra e diversa dall’assistenza essenziale.
Di sicuro, insomma, non assicurando la sosta nella ZTL dei residenti non si rende un servizio agli anziani e ai loro famigliari; loro hanno ovviamente bisogno di raggiungere facilmente parenti o luoghi come le Scotte, pressoché irraggiungibili in modo semplice e rapido specie dall’area sud della città. Sia con auto che i con mezzi pubblici, dei quali si vorrebbe favorire l’utilizzo: bene, plaudiamo, ma se ne creino le condizioni.
La riunione del 20 gennaio è stata del tutto inusuale anche grazie all’emersione dei comitati spontanei ma anche per aver fatto emergere, grazie a Sinistra per Siena, problemi impensati della sosta a San Miniato e l’esistenza di grandi contenitori (vuoti!) che potrebbero dare respiro a larghe aree della città (Ravacciano, Pispini).
Perciò ha potuto raccogliere tanto consenso, peraltro in una serata particolarmente uggiosa. Il fatto innegabile è la Giunta attuale che ha accentuato le difficoltà già esistenti. Paradossalmente, attività di per sé non negative, come le molte manifestazioni turistico-culturali che hanno spesso impegnato il centro storico anche grazie al contributo di Siena Capitale della Cultura italiana, hanno occupato molti stalli dei parcheggi e reso impossibile la vita ai residenti in particolare nell’area del Mercato Vecchio.
Non solo, perché gli spazi per auto e biciclette elettriche (peraltro le prime sono sempre da attivare) sono stati realizzati ancora una volta a danno dei residenti senza parcheggio privato o in struttura, più caro della ZTL ordinaria e pertanto non accessibile ai residenti meno abbienti in epoca di tasse crescenti.
Tutto questo è avvenuto per disattenzione? Tutt’altro. E’ stato fatto volutamente purtroppo, cosa forse spiegabile per un sindaco non residente, poco sensibile ai problemi del centro (e a un quinto degli elettori che ci abitano), ma assai meno per alcuni assessori, addirittura residenti nel Centro storico.
E allora va richiamato il punto di fondo.
C’è una contrasto in atto tra due visioni profondamente diverse della vivibilità. Ce ne è una, sposata in particolare dal vicesindaco ma fortemente condivisa dal sindaco (amante dello sfoggio sportivo, che agli anziani ha ricordato personaggi di altri tempi…), di tipo ‘giovanilistico’. Di qui l’esaltazione senza giusta misura dell’avvento della bici elettrica (l’auto è molto più utile e risolutiva) e il dibattito sulla città ‘smart’ che si sono incrociati con l’uso pesante del centro in funzione del turismo ‘mordi e fuggi’, ancora ieri ritenuto un fatto non negativo dallo stesso assessore al turismo; una concezione che si sposa anche con il desiderio, assai poco lungimirante, di certe categorie economiche di fronteggiare la crisi più con la quantità che con la qualità del turismo.
L’altra concezione è più prudente. Parte dalla necessità di preservare la vivacità interna, popolare e plurigenerazionale, del territorio storico, e quindi dall’auspicio del rientro dei cittadini residenti ‘extra moenia’ per rinforzare anche la compagine delle contrade e il controllo del territorio; perciò chiede di rendere appetibile la residenza interna alle mura, e vive l’attuale politica della Giunta come una lotta irrazionale contro il residente ZTL. Peraltro colpito da un balzello inesistente a Bologna e al minimo a Firenze (23 euro all’anno contro i nostri 280-360!).
Due concezioni diverse che devono ora fronteggiarsi su un tema che non a caso la Giunta ‘giovanilista’ ha tenuto sottotraccia. Ogni sito Unesco deve fare un piano di gestione triennale da mandare al centro Unesco per verificare la corretta tutela del sito. Firenze, ad esempio, è incorsa nella procedura di infrazione alle regole di tutela ed è stata messa sotto controllo speciale. Ne è nato un interessante Regolamento comunale per il Centro discusso sui giornali anche nazionali proprio in questi giorni che punta addirittura a contrastare il degrado del sistema commerciale del centro, invaso da esercizi di scarso significato a fronte dell’alto rilievo del complesso storico monumentale.
Discussione, come si può immaginare, di grandissimo interesse, che a Siena è passata invece in sordina.
Il piano senese ha avuto le doverose consultazioni (obbligatorie, non gentile concessione della Giunta), e ha anche ricevuto puntuali osservazioni critiche scritte, ma la redazione finale, approvata col fiatone all’ultimo momento, a fine anno, non è stata affatto discussa.
Non solo. Esiste una legge nazionale che distribuisce ai siti (in Italia 50, unico Paese al mondo così ricco) modesti contributi, rispetto alle necessità, per aiutare la tutela del sito. Siena ha grazie a quella legge soprattutto potuto iniziare a studiare e intervenire sule mura storiche che hanno ora goduto del contributo straordinario di oltre due milioni. Ma aveva anche condotto la lotta ai piccioni, quanto mai dannosi per le emergenze monumentali. Quest’anno però, incredibilmente a detta di Club Unesco, FAI e Italia Nostra, il Comune ha chiesto quasi novanta
omila euro per poter fornire nuovi servizi di bici elettriche alla città.
Contro la videosorveglianza tanto necessaria, come dimostra la triste vicenda del presepe o l’indegno spadroneggiare dell’hip hop sui muri, è stato chiesto invece di contribuire a un servizio che allevia molto parzialmente i problemi del traffico e dell’inquinamento!
Un servizio che per i suoi costi grava su tutta la cittadinanza, mentre si fa pagare solo una parte della cittadinanza per la ZTL entro la quale la sosta è del tutto aleatoria e talora inesistente.
Quindi non solo due concezioni della vivibilità si fronteggiano, ma anche valutazioni del tutto difformi delle priorità. Eppure un a ZTL non cara e efficiente è indispensabile se si vuole assicurare la residenza nel centro ai non abbienti o fortunati possessori di garage, mentre la bici, pur utile, è oggi quasi un lusso per la città! A parte gli inconvenienti che crea per il suo uso indiscriminato in centro.
Ma la guerra tra auto e bici è stata creata artificialmente, ideologicamente, per far figurare come ’passatista’ da rottamare un’intera categoria di cittadini.
Non va bene. Le novità vanno introdotte saggiamente, con equilibrio, al momento giusto. E i problemi aperti vanno risolti, senza nascondersi dietro una foglia di fico (e ignorando addirittura la lettere ufficiali di centinaia di cittadini in modo a dir poco maleducato).
Non tutto quel che fa o ha fatto questa Giunta è da deplorare, per carità anche se l’autoesaltazione è talora eccessiva e suscita solo sorrisini.
Manca però equilibrio complessivo. Non c’è quella che una volta si chiamava prospettiva, una direzione politica armoniosa. Il problema permessi ZTL riguarda 5-6mila abitanti del centro, ma non si risponde alla pur semplice domanda delle domande: che fare quando non si trova lo stallo pur pagato?
La riunione non ha dato che risposte frammentarie, inevitabilmente. Senza provvedimenti urgenti saranno necessarie altre proteste. Possibile che il PD senese, che ha ripetuto il tasto della vivibilità del centro, e che ha più volte sollecitato un cambio di passo della giunta non sappia imporre una svolta? Possibile che si lasci sfuggire persino l’occasione del dibattito sulla fiducia al sindaco?
E’ pacifico, credo, l’esito; ma quel dibattito, per non essere una perdita di tempo, deve essere un appuntamento serio per la maggioranza e per le opposizioni. La prima deve trarne motivo per dettare ritmi, contenuti e modi nuovi, realmente partecipati, alla Giunta. La seconda deve seppellirci antiche divisioni e costruire una bozza di
programma di alternativa credibile, concreto, con puntuali verifiche di bilancio. Per pungolare meglio la maggioranza, ma anche per sperare prima o poi di darne una nuova alla città. E per il bene di Siena, soprattutto.
Mario Ascheri