
Nuovo sviluppo nell’ambito delle vicende giudiziarie legate ad Alberto Genovese, l’ex manager milanese già condannato in via definitiva per reati di violenza sessuale. In uno dei procedimenti ancora in corso, il giudice ha disposto la trasmissione degli atti alla Procura della Repubblica affinché venga valutata un’eventuale indagine per calunnia nei confronti di una delle sue ex compagne, che lo aveva accusato pubblicamente durante un’intervista televisiva.
Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, Alberto Genovese era stato inizialmente scagionato dalla stessa donna attraverso una lunga lettera in cui negava qualsiasi episodio di violenza. Solo successivamente, la versione fornita è cambiata in modo radicale, fino ad arrivare a una denuncia formale. Per il gup Chiara Valori, questo mutamento non sarebbe frutto di incertezza o ripensamento, bensì parte di una strategia costruita con l’intento di ottenere un risarcimento economico, sfruttando la risonanza mediatica del caso.
Dai documenti emerge che la donna avrebbe partecipato volontariamente agli incontri con l’ex compagno, mantenendo il proprio consenso anche in presenza di dinamiche definite “più estreme”. Inoltre, il consumo di sostanze stupefacenti risulterebbe essere stato frutto di una decisione autonoma e non di una costrizione. Alla luce di queste valutazioni, il giudice ha richiesto alla Procura di considerare l’avvio di un procedimento per calunnia.
I legali dell’imprenditore, gli avvocati Luigi Ferrari e Salvatore Scuto, hanno evidenziato la presenza di diverse incongruenze tra le dichiarazioni rilasciate dalla donna e i fatti documentati, sottolineando l’ipotesi che l’accusa possa essere stata costruita a tavolino per finalità personali.
Il procedimento in questione si aggiunge a una cornice giudiziaria complessa che ha già portato alla condanna definitiva di Alberto Genovese per altri episodi. La trasmissione degli atti rappresenta dunque un nuovo snodo giudiziario in una vicenda che continua a produrre risvolti significativi.