Lo Stato si stringe attorno alle vittime del terremoto che ha colpito il Centro Italia la notte tra il 23 e il 24 agosto. Sarà lutto nazionale oggi, per le attuali 278 vittime, con le bandiere a mezz’asta sugli edifici pubblici dell’intero territorio italiano, in occasione dei funerali di Stato per i morti delle Marche (dove ormai non si scava più), alla presenza delle più alte cariche dello Stato, per le vittime marchigiane. Per Amatrice e Accumoli funerali martedì, molte famiglie hanno scelto la forma privata. Sienanews, che in questi giorni ha seguito gli eventi e lavorato perché i lettori fossero sempre informati anche dalla prospettiva di una piccola provincia che con grande cuore ha reagito, come già altre volte, per aiutare tutte quelle persone che oggi hanno bisogno, si ferma.
Scegliamo il silenzio, come se fosse la nostra saracinesca abbassata – come faranno tutte le attività commerciali alle 11.30 – per rispetto delle vittime e del dolore. Scegliamo il silenzio perché oggi è più forte dei proclami. E’ un silenzio carico di lacrime, ché non è facile fare il nostro lavoro e confrontarsi a viso aperto con il dolore per poi raccontarlo. E’ un silenzio carico di rabbia per quanti in questi giorni hanno urlato allo ‘sciacallaggio mediatico’ facendo di tutta l’erba un fascio e attaccando tutti i giornalisti, dimenticando di essere le bestie voraci che di questo si nutrono ogni giorno. Ma è anche un silenzio ricco di gratitudine per tutti quegli italiani che ci rendono orgogliosi di appartenere a questa terra. E non certo per chi la governa o la vorrebbe governare. E’ un silenzio, il nostro, controcorrente rispetto al dovere di cronaca ma vuole essere un ‘grazie’ forte a quanti – tantissimi – instancabilmente, si sono dati da fare per aiutare chi ha bisogno. Da tutta Italia e in particolare dalla provincia di Siena, che ha un cuore enorme e lo sta dimostrando attraverso diverse iniziative importanti. Tanto da far fermare la macchina delle donazioni per trovare coordinamento di fronte al volume di sostegno, materiale ed economico, arrivato.
Il nostro silenzio è il nostro rispetto, al pari delle nostre parole. Quelle che abbiamo scritto sulla tragedia e anche sulla tragedia ‘simbolo’ del disastroso terremoto, che coinvolge Siena: l’intera famiglia sterminata dal crollo di un campanile ad Accumoli. Massimiliano Tuccio, fratello del giovane padre morto, caporalmaggiore capo del 186esimo Reggimento paracadutisti Folgore, qui a Siena vive e qui ha trovato la sua nuova famiglia. E’ verso di lui l’abbraccio fortissimo, che idealmente si allarga a tutte le vittime del terremoto. A lui questa città si stringe, probabilmente anche una rappresentanza del 186esimo potrebbe presenziare ai funerali della prossima settimana ad Amatrice.
Ci auguriamo che questa scelta vi trovi d’accordo. Perché tutto questo grande rumore, questo caos, ora chiede silenzio e pace per le vittime ma soprattutto un rumore che sia più forte dopo. E questo cercheremo nel nostro piccolo di fare: non spengere i riflettori e continuare a tenere alta l’attenzione su chi ha bisogno, anche quando verrà l’inverno, anche quando sarà dura vivere nelle tendopoli o comunque in alloggi di fortuna.
Ci sarebbe piaciuto, da cittadini, vedere ogni parlamentare effettuare una donazione concreta per la ricostruzione e la messa in sicurezza. Sarebbe bastato lo stipendio del mese di agosto (che oltretutto praticamente non lavora nessuno). Chissà voi come la pensate… Noi lo avremmo trovato un grande gesto di serietà. Ma, come sempre accade, soprattutto sui social, tutti bravi a parole.
Stiamo per abbassare la saracinesca. Lo facciamo con lo sguardo rivolto alla donna seduta sul ciglio della strada, ad Amatrice, avvolta in una coperta di fortuna. E’ l’alba. Lo sguardo è perso nel vuoto, e alle spalle la distruzione. L’immagine immortalata dal fotografo dell‘agenzia Reuters Emiliano Grillotti è diventata presto La Pietà di Amatrice. Che sia un giorno di pietà verso tutti loro ma anche verso noi stessi. Ne abbiamo bisogno.
Katiuscia Vaselli
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