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Quelle agende di Salvatore Buzzi

Nei giornali e nelle televisioni nazionali si è tornati a parlare di “Mafia Capitale”. Non un bello spot per il nostro Paese e per la città di Roma, che ha vissuto una seconda “mandata” di arresti dopo quanto era già avvenuto nei mesi scorsi. Il quadro disegnato dalle indagini mostra purtroppo una capitale corrotta, preda della fame di personaggi che, stando alle accuse, erano riusciti ad intavolare rapporti di stretta vicinanza anche con uomini politici chiave della città di Roma.

Il nome di Salvatore Buzzi rimbalza ad ogni ora nelle cronache che narrano di questa maxi inchiesta. Fanno notizia anche le sue agende, dove Buzzi annotava tutto: dagli appuntamenti personali con personaggi di spicco fino a quanto avveniva in Italia e nel mondo, e anche la morte di personaggi noti che si erano distinti per svariate qualità, capacità e caratteristiche.

Quelle della sua agenda sono pagine fitte di appunti, scarabocchi, nomi, appuntamenti e numeri di telefono, che riempiono gli spazi di settimane dense di impegni. Ovviamente solo Buzzi può dare l’interpretazione autentica di quei fogli, dove si accavallano i riferimenti a persone inquisite, testimoni o personaggi più o meno pubblici. Indicazioni che possono dire molto ma anche nulla, se non correlate ad altre informazioni. E così ecco spuntare con discreta frequenza i nomi di Panzironi, Scozzafava, Turella, Odevaine al fianco di politici locali come Coratti, Gramazio (finiti in carcere nella seconda “retata”), Marroni, e poi Alemanno, il suo capo della segretaria in Campidoglio Lucarelli, Nicola Zingaretti che prima di approdare alla Regione era presidente della Provincia, l’ex governatrice del Lazio Renata Polverini e altri ancora. Sono indicate riunioni dei Consigli comunale e regionale.

Alle date del 4 e 5 febbraio 2013 Buzzi ha annotato “Manifestazione Campidoglio”, con l’aggiunta “Striscioni protesta”. In piena campagna elettorale romana, al 19 aprile si legge “16,30 Ozzimo” (all’epoca consigliere Pd uscente, ora in carcere) e alle 20 “Cena Alemanno”; poi un appunto sul fatto del giorno: “Bocciato Prodi”, con riferimento alla mancata elezione dell’ex premier al Quirinale. Dieci giorni più tardi, lunedì 29 aprile, “ore 11: Marino in coop”. Nell’intreccio di appuntamenti ed impegni, ecco spuntare qua e là il ricordo di un evento che più di altri ha evidentemente colpito Buzzi; soprattutto la scomparsa di personaggio famosi: “È morto Scalfaro”, “È morto Andreotti”, “È morto Lucio Dalla”, “È morto Bentivegna”, partigiano comunista autore dell’attentato antinazista di via Rasella, “È morto G. Chinaglia”, centravanti della Lazio degli anni Settanta.

Fonte: Corriere della Sera

Gennaro Groppa

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