A fronte della situazione attuale, cosa crede che succederà nei prossimi mesi all’interno del Comune e di conseguenza alla città tutta? Quale il panorama politico che si va a delineare?
“Vedremo. Cosa dovrebbe succedere: assunzione di responsabilità e lasciare il passo a chi e cosa potrebbe far riprendere la città stessa, nel suo onore, per la sua economia e non per paraventi. La città che sembra dormiente si dovrà destare dal suo torpore timoroso. Ne andrebbe dell’onore e del rispetto delle persone e dell’impegno
preso con esse.. ma Valentini sarà capace di farlo? Nel frattempo la città stessa si riorganizzerà. Non ha mai smesso di farlo se pur cercando ancora di capire come. E se non ci sarà un’accellerazione, si attenderanno altre
vicende. E al dunque …peserà la realtà dei ‘ridondanti’ e farà al differenza”.
Dimissioni da consigliere. E poi? Neri ha in mente qualcosa per il futuro prossimo?
“Mi dimetto dalla carica di consigliere, non da un impegno politico nella mia città. Questo atto non è una ‘fine’ se mai una ripartenza. La città deve destarsi, lo ha fatto già altre volte in passato: è forte, sa riscattarsi e lo farà. Magari con un assetto nuovo. Sto pensando al ‘partito dei senesi’ che si adopererà con e per i suoi cittadini”.
Così Eugenio Neri, nella conferenza stampa di questa mattina, ha risposto alle domande dei giornalisti all’indomani dell’annuncio delle sue dimissioni da consigliere comunale.
“La mia Siena, che amo sopra ogni altra cosa e per la quale non mi sono mai risparmiato e per la quale non mi risparmierò. Il luogo più bello dove vivere, e crescere i figli – aveva scritto, definendo la decisione sofferta e ragionata, ma improrogabile e non negoziabile”.
“Ho avuto l’onore e il privilegio di presentarmi alla sfida elettorale del 2013 con queste certezze nel cuore e con questi valori permeanti le mie parole, ogni singola parola che da allora ho pronunciato da cittadino ‘pubblico’. La città lo ha compreso questo mio sentimento e mi ha premiato, regalandomi la concreta possibilità di guidarla. Io ho messo tutto l’impegno di cui sono capace, e anche se certamente ho commesso anche alcuni errori. Questi errori, assieme alla mia non conoscenza del mondo della politica, e, perché no, al mio carattere, hanno privato Siena di una libertà che merita e alla quale sinceramente aspira, invano, da troppo tempo. E’ anche colpa mia: non ho saputo impedirlo. Ma le ragioni che mi spingono a questo passo, che è di estremo sacrificio e turbamento, sono altre. E’ un momento, quello attuale, in cui di nuovo l’immagine e la dignità di Siena, nella persona del suo primo cittadino, sono infangate da tristi e imbarazzanti vicende giudiziarie. Un sindaco sulla cui figura gravano pesantissimi sospetti di illeciti amministrativi. Tutto questo avviene nel momento in cui autorevolezza e credibilità sono di assoluta necessità per non affondare in una decadenza irreversibile. Ho rivisto la pagina più triste della nostra storia collettiva recente, quella della ‘caduta’, la copertina di un settimanale nazionale, che si prendeva gioco della nostra città, vittima di un disastro che non ci ha mai visto conniventi, ma che ha fatto calare il peggiore giudizio sulla nostra comunità”.
“Chi la difende Siena? – aveva proseguito Neri nella lettera – questo è stato il mio tormento e la motivazione più forte di questo mio passo, che poi è un passaggio anche nella mia vita personale. Quanto sta avvenendo è di una gravità assoluta, inaudita, specialmente dopo quanto abbiamo già vissuto.
Per questo ho sentito necessario un gesto radicale (…). Il mio è un atto politico non violento verso chi, spero, in questo modo, possa sentire tutto il peso di cosa sta arrecando ed ha arrecato a Siena per la sua ambizione personale e l’attaccamento al potere. Sul piatto metto la fiducia di quasi la metà dei senesi, che rappresento e che comprendono, ne sono certo, questa mia azione. Noi, e parlo a nome di chi mi ha permesso di parlare a suo nome, siamo diversi, noi non vogliamo metterci sullo stesso piano di chi ha tradito le speranze di tanti cittadini, e di nuovo violato Siena.