Susanna Cenni: ‘Agricoltura, le nomine governative premiano solo uomini, spesso anche non competenti’

“Ai vertici degli enti agricoli di nomina governativa e ministeriale solo uomini. Fra decine e decine di presidenti, commissari straordinari e componenti dei consigli di amministrazione c´è una sola donna. Un´anomalia tutta italiana, in un comparto che si è molto femminilizzato, e in evidente contrasto sia con il dettato della Costituzione repubblicana, sia con un consolidato orientamento comunitario, peraltro recepito dal nostro Paese proprio nel corso di questa legislatura, nonché con il buon senso. Su questa anomalia avevo presentato nei mesi scorsi una interrogazione, alla quale il Ministero dell´agricoltura ha risposto in maniera inadeguata ed imbarazzante confermando quanto era già chiaro: quando le donne partecipano a concorsi vincono, perché più preparate, quando sceglie il Ministero i criteri sono ben diversi, e merito e competenze passano del tutto in secondo piano. E infatti il caso anche della recente proposta di designazione del Commissario a capo del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (CRA), dove anziché cercare una adeguata competenza si è scelto un ex senatore che non si è mai occupato direttamente di agricoltura e che ha suscitato anche la forte reazione della comunità scientifica nazionale, a partire da associazioni come Firab (Fondazione Italiana per la Ricerca in Agricoltura Biologica e Biodinamica)”.

Con queste parole Susanna Cenni, deputata Pd in commissione Agricoltura alla Camera, torna a denunciare la quasi totale assenza di donne nei livelli dirigenziali e nei vertici amministrativi delle istituzioni agricole di nomina governativa dopo la risposta arrivata a una sua un´interrogazione parlamentare rivolta ai ministri dell´Agricoltura, e delle Pari opportunità per chiedere spiegazioni su un quadro di nomine così sbilanciato, che priva la nostra agricoltura di valide competenze e risorse femminili.

“Dopo mesi di attesa – prosegue Cenni – la risposta arrivata dal sottosegretario Roberto Rosso stupisce per il candore con il quale sostanzialmente ci dice che in effetti in agricoltura le donne sono più brave, ma al Mipaf si scelgono gli uomini, anche se non competenti. Sfugge quale sia ufficialmente il criterio usato, molto evidente è invece come questo Ministro stia operando uno spoil system senza precedenti, francamente poco utile all’agricoltura Italiana, forse più funzionale al rafforzamento della sua componente politica. Per fortuna le donne professionalmente preparate che lavorano in agricoltura nel nostro Paese, sia come imprenditrici e operatrici, sia in campo scientifico, in università e centri di ricerca e formazione. sono comunque davvero tante, in grado di dirigere enti, ed anche di diventare Ministro delle politiche agricole. Spero per più di una ragione che possa avvenire molto presto”.