Continua l’autunno caldo dello stabilimento di Montepulciano dell’azienda Rdb, uno dei 18 punti produttivi del gruppo dislocati su tutto il territorio nazionale. A seguito della crisi economica che l’ha interessata, la Rdb ha fatto ricorso alla cassa integrazione straordinaria e, nell’arco di due anni, ha ridotto l’organico complessivo a livello nazionale di circa 200 unità. L’azienda ha elaborato un nuovo piano di risanamento che ridimensionerà ulteriormente le attività del gruppo, con la chiusura di alcuni stabilimenti, tra i quali probabilmente quello di Montepulciano, dove oggi 70 dipendenti su 78 sono in cassa integrazione. Dopo il tavolo istituzionale della scorsa settimana presso il Ministero dello sviluppo economico, l’onorevole Susanna Cenni, deputata toscana del Pd, ha depositato un’interrogazione al Ministro dello sviluppo economico per tentare di fare luce sulla vicenda e soprattutto sulle sorti dello stabilimento toscano.
“Vista l’importanza del polo produttivo di Montepulciano per l’economia e i livelli occupazionali locali – commenta Cenni – abbiamo chiesto se il piano industriale di ristrutturazione, a cui ha fatto riferimento il Sottosegretario Stefano Saglia durante il confronto istituzionale della scorsa settimana, prevede o meno la dismissione di 7 dei 18 stabilimenti del gruppo. Vorremmo inoltre capire quali siano i siti produttivi che rischiamo la dismissione e quali criteri siano stati adottati della Rdb per la loro selezione. Siamo molto preoccupati per le sorti dello stabilimento di Montepulciano che, nonostante la vitalità occupazionale, produttiva e di fatturato, sembra essere condannato a chiudere per la miopia e le scelte opportunistiche di alcuni imprenditori”.
“L’importanza del sito di Montepulciano per l’economia locale– continua Cenni – è testimoniata dalle mobilitazioni degli enti locali e degli stessi lavoratori, che da tempo si stanno impegnando con atti ufficiali e manifestazioni di protesta a difesa del valore occupazionale e redditizio dell’azienda. Il consiglio comunale di Montepulciano, infatti, ha approvato recentemente un ordine del giorno per la tutela del sito produttivo, per garantire i livelli occupazionali e salvaguardare i diritti dei lavoratori, mentre il consiglio provinciale di Siena ha partecipato ai tavoli ministeriali, facendo più volte richiesta di un confronto con l’azienda per trovare una soluzione condivisa alla crisi e salvare il futuro dei lavoratori. La Regione Toscana, infine, ha annunciato che convocherà i vertici nazionali della Rdb per confrontarsi sulla situazione e sulle prospettive future. Finora però, dalle riunioni che si sono svolte al tavolo istituzionale presso il Ministero, sembra chiara la volontà dell’azienda di chiudere alcuni stabilimenti, tra i quali probabilmente quello toscano, con la conseguente perdita di centinaia di posti di lavoro. Volontà che pare essere confermata dal Governo, come dimostrano le ultime dichiarazioni offerte alla stampa dal Sottosegretario Saglia, in cui si fa riferimento a un impegno generico da parte dell’esecutivo, senza precisare i tempi e i modi attraverso cui sarà messo in atto il piano di ristrutturazione”.
“Ci chiediamo – conclude la parlamentare toscana – se il Ministro intende valutare comunque altre ipotesi e trovare investitori per salvare il futuro degli stabilimenti oggi esclusi dal piano industriale, e salvaguardare così i posti di lavoro. Vorremmo infine capire se il Governo e i ministri competenti intendano adottare misure utili a rivalutare il piano di risanamento, promuovere il trasferimento e l’utilizzo degli stabilimenti dismessi a favore di imprenditori che si renderanno disponibili all’acquisto, in modo da evitare che a pagare il peso maggiore della crisi siano le economie locali e centinaia di lavoratori”.