“Sono ore molto difficili. Mentre lavoriamo nelle commissioni e in aula sul provvedimento che da martedì sarà alla Camera, continuo a ricevere da cittadini preoccupati per il proprio futuro, decine di messaggi, e-mail e telefonate. Cerco di rispondere a tutti, non sempre ci riesco, perché sono davvero tanti, ma è importante farlo perché sono persone e non numeri. La situazione era al limite del baratro. Anche ieri, il Presidente Giorgio Napolitano ci ha ricordato che abbiamo sfiorato il disastro e toccato i confini con la Grecia. Per tre anni e mezzo si è scelto di non fare i conti con la gravità dei sommovimenti internazionali e con l’indebitamento pubblico. OggiAggiungi un appuntamento per oggi, anche grazie ai 20 miliardi lasciati appesi dalle ultime manovre finanziarie sotto il nome di “clausola di salvaguardia”, il Governo Monti è costretto a varare una nuova manovra che sfiora i 30 miliardi, indispensabile per evitare il crollo del sistema Italia.
In questi giorni molti italiani stanno facendo i conti con la manovra “Salva Italia”. I sacrifici richiesti sono tanti, ma come Pd stiamo cercando, in Parlamento, di proporre delle modifiche che portino verso una maggiore equità, pur nel rispetto dei saldi definiti dal Governo. Su alcuni punti come l’indicizzazione delle pensioni fino a tre volte il minimo, la revisione a fini pensionistici delle penalizzazioni per i lavoratori precoci e per le donne; le detrazioni sulla prima casa per i redditi più bassi; il patto di stabilità per gli enti locali e un più deciso intervento sui capitali scudati, sulla tracciabilità dei pagamenti e sull’evasione fiscale, riteniamo si possa ancora lavorare con determinazione, costruendo un accordo con le altre forze politiche che abbia nell’equità il suo principio fondante.
È una manovra durissima, e certo il Pd avrebbe fatto scelte diverse, ma dobbiamo anche ricordare quale scenario si sarebbe aperto se avessimo scelto di andare al voto subito. Non tutto ci piace, ma dopo anni, si chiude l’ignobile pagina dei condoni e si torna a mettere a disposizione delle piccole imprese un pacchetto di misure e di risorse (circa 10 miliardi) fondamentali per creare lavoro. Finalmente si cominciano a toccare i beni di lusso, a partire da redditi alti e seconde case. Certo, alcune misure del decreto mi lasciano perplessa: penso agli articoli che intervengono sulle Province e sui Municipi e che non toccano la pletora di enti e agenzie che sono ancora davvero troppe (solo in agricoltura quasi una quindicina), e al ricorso marginale a un intervento sui capitali scudati. E’ chiaro che si può e si deve fare di più.
Lunedì i lavoratori sciopereranno in modo unitario, dopo anni nei quali alcuni avevano scelto la strada delle trattative a Palazzo Grazioli. Una parte della loro piattaforma è oggetto del nostro lavoro di pressione sul Governo, e spero che martedì, anche in forza di questa ritrovata unità, quei temi possano essere oggetto di un’equa riscrittura. In una fase così drammatica la responsabilità verso il Paese viene prima di tutto, e il Pd ha scelto di mettere l’Italia al primo posto sostenendo Monti. Ora però pretendiamo che l’Europa faccia la sua parte. Il tempo dello scambio di sorrisi franco/tedeschi è davvero finito, non c’è davvero niente per cui ridere, c’è da ricostruire l’Italia e l’Europa”.
Susanna Cenni