“Un palazzo storico che riapre può essere una buona notizia, ma se è solo un contenitore, senza una progettualità, rischia di rimanere un’operazione fine a se stessa”. E’ l’opinione di Anna Paris, candidata consigliere regionale come indipendente per il Pd, alla notizia dell’imminente inaugurazione di una mostra ispirata a Salvador Dalì al Palazzo delle Papesse. Quello che fu punto di riferimento internazionale per l’arte contemporanea negli anni Novanta e Duemila, fabbrica di idee e soprattutto produzione di mostre proprie, dopo una lunga chiusura, diviene sede di un’esposizione portata a Siena da un’organizzazione che fa capo al mercante d’arte Beniamino Levi. Questa scelta ha già suscitato reazioni indignate, a cominciare dal fatto che le opere sono ispirate all’artista spagnolo ma non da lui realizzate. “E’ una mera operazione commerciale che porterà guadagni agli organizzatori – prosegue Paris -, non un vero rilancio del progetto che ha rappresentato un’eccellenza senese. Le Papesse erano un progetto culturale sull’arte contemporanea, che si coniugava con l’essenza medievale di Siena, con la voglia di scoprire e innovare propria di grandi nomi come lo sono stati Simone Martini e Duccio di Boninsegna. Non entro nel merito delle opere esposte, leggo opinioni fortemente critiche espresse da studiosi ed esperti. Mi interessa invece ripensare al Progetto delle Papesse, quale luogo senese di produzione per l’arte contemporanea. Una produzione di cui Siena può essere protagonista perché ha due Università che possono favorire la ricerca sull’arte figurativa di ogni periodo e sui nuovi linguaggi dell’arte; ha competenze progettuali e gestionali giovani, maturate anche durante il progetto di Siena candidata a capitale europea della cultura”.
Per questo Anna Paris ritiene fondamentale promuovere un tavolo d’idee per un progetto di rilancio del Palazzo delle Papesse. “Siena può tornare ad essere un incubatore culturale di interesse internazionale. Intercettare fondi anche grazie all’appoggio della Regione, potrebbe consentire di qualificare l’offerta culturale a vantaggio anche di un turismo di qualità”.