Cgil, Cisl e Uil della Toscana lanciano un appello a tutti i candidati per le prossime elezioni regionali “per un modello di sviluppo ambientalmente e socialmente sostenibile”. Scrivono i sindacati: “Siamo dentro una crisi climatica che mette a rischio la qualità della vita e la sua stessa riproducibilità. Occorrono progetti immediati e concreti che riducano le emissioni di anidride carbonica e che salvaguardino le risorse che la Terra mette a disposizione e riproduce. Ciascuno deve fare la sua parte, cittadini, lavoratori, consumatori, imprese, enti locali e Stati. Uscire dall’utilizzo delle fonti fossili è la prima priorità: la riconversione ecologica dell’economia va fatta assieme ai lavoratori, non contro di essi. Occorre destinare risorse per i necessari ammortizzatori sociali per gestire la transizione, per garantire sia continuità di lavoro che di reddito. Il consumo zero di suolo è una scelta strategica, la riduzione radicale dell’uso di sostanze chimiche dannose in agricoltura una scelta non più rinviabile (viste anche le contaminazioni della risorsa idrica che provocano), la manutenzione e la gestione del territorio un dovere, valorizzando i consorzi idraulici e di bonifica. Il sistema dei parchi e delle aree protette decisivo per la difesa e valorizzazione della biodiversità”.
Proseguono i sindacati nel loro appello: “Quello toscano è un territorio nel quale sono presenti molte aree boschive: non sempre è un bene, se frutto dell’abbandono dei terreni coltivati e se non curato, costruendo anche filiere di prossimità del legno e attenzione al sottobosco. Lo spopolamento delle aree interne si contrasta anche attraverso una governance di prospettiva per uno sviluppo ambientalmente e socialmente sostenibile della montagna. I risvolti occupazionali che vanno in questa direzione sono anche un investimento preventivo in una situazione climatica che sempre più spesso estremizza gli eventi metereologici con conseguenze disastrose. E’ dirimente quindi avere una visione di prospettiva indirizzata alla gestione attiva di questo patrimonio che, attraverso una progettazione puntuale ed adeguata, riesca ad utilizzare al meglio le risorse del Psr, del Green Deal, del Recovery Plan. La Toscana deve aumentare in maniera significativa la quota di energia prodotta dalle fonti rinnovabili. La geotermia copre attualmente circa il 30% dell’energia consumata nella Regione: occorre aumentare questa quota, incrementando la coltivazione dei bacini di bassa e, soprattutto, media e alta entalpia. Anche se la geotermia ricopre un ruolo fondamentale nella copertura del fabbisogno energetico regionale, dobbiamo investire in modo importante anche nella crescita delle altre rinnovabili come solare, eolico ed idroelettrico. In Toscana abbiamo sia le competenze che le risorse economiche necessarie per fare il salto di qualità, non solo a livello ambientale, ma anche nella buona occupazione che l’intero settore delle rinnovabili può garantire. Le emissioni di anidride carbonica e di micro particelle vanno assolutamente ridotte. I dati e le rilevazioni dell’Arpat – realtà che va mantenuta indipendente e potenziata a partire dalla dotazione del personale – ci segnalano che la qualità del suolo, aria e acqua della nostra Regione non sono rassicuranti. Siamo in regola con le norme di legge, ma assolutamente distanti dalle indicazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità”.