«Dopo la vicende tragiche degli ultimi giorni, bisogna riprendere il cammino. A Siena come altrove l’azione della Magistratura è stata indispensabile per scoperchiare entità ed autori delle malefatte che stanno impoverendo come mai prima il nostro territorio. Solo grazie alla prolungata e minuziosa attività di indagine degli organi inquirenti (che deve essere definita prima possibile, per poter finalmente ripartire) si sta ricostruendo il sottofondo che ha reso possibile questo disastro, economico, sociale ed anche di immagine».
«Il ricambio della classe dirigente sarebbe dovuto avvenire autonomamente e non a seguito degli sviluppi giudiziari, così come a livello nazionale non si doveva attendere l’exploit del Movimento 5 Stelle per accelerare la riforma della politica e del funzionamento dello Stato. A Siena, ai comportamenti penalmente perseguibili si sono sovrapposte scelte amministrative rischiosissime ed inefficienti, usando in modo spregiudicato ed avventato il potere economico e politico del sistema MPS-Fondazione, producendo un distorto modello assistenziale che in parte si sta disgregando erodendo la base produttiva ed occupazionale e che paradossalmente ha provocato un inasprimento fiscale che fa di Siena la città capoluogo con l’Imu più alta d’Italia, col terzo debito comunale pro capite e col più alto rapporto cittadini-dipendenti comunali. Adesso se ne stanno accorgendo in tanti, ma solo qualche mese fa eravamo pochi».
«Mi ricordo di un duello polemico di un anno fa, fra me e Franco Ceccuzzi, durante una riunione della direzione provinciale del PD quando, inascoltato, contestavo le responsabilità dirette di Giuseppe Mussari. Analogamente, già dalla fine del 2012, insieme agli amici di Siena Cambia avevamo evidenziato che era sbagliato fare le primarie per il candidato sindaco così presto, escludendo una parte rilevante del popolo del PD e delle forze del centrosinistra, riproponendo persone compromesse col passato e programmi fotocopia delle elezioni del 2011. Un’occasione sprecata dall’inadeguato vertice del PD comunale, utilizzata più per consolidare un blocco di potere e di opinione che per aprirsi alla popolazione, come le primarie invece devono essere segnando la differenza fra il centrosinistra e le altre forze politiche. Come sono stati scelti gli altri 5 candidati sindaci finora presentatisi, in quante persone e con quali appoggi politici, che magari rimangono in secondo piano perché imbarazzanti, come nel caso del partito di Berlusconi? Credo che la domanda chiave delle prossime elezioni amministrative sia se i senesi sono ancora disposti a farsi governare dai partiti che hanno garantito loro 50 anni e più di progresso e di buona qualità della vita, dopo gli ultimi dieci anni che invece sono stati segnati da molti errori, aggravati dalla crisi nazionale. Penso che ciò potrà ancora accadere solo alla condizione di una svolta radicale nelle persone e nei comportamenti, nell’abbattimento dei muri di odio e dell’appartenenza, perché la cultura ed i valori del centrosinistra sono migliori dei dirigenti che avrebbero dovuto rappresentare gli interessi della collettività».
«Al governo della città dovremo riportare competenza, ma anche onestà e moralità assoluti, che significano anche rispetto ed apertura per tutti coloro che la pensano diversamente o che semplicemente non sono schierati, purché abbiano idee, energie e risorse da investire. Poiché l’isolamento di Siena ci sta ora giocando contro, dovremo riaprire il tavolo di una vera e fortissima concertazione fra i Comuni dell’Area senese, nonché con le province di Arezzo e di Grosseto perché senza questa concertazione finiremmo emarginati in Toscana. Le relazioni attuali con la Regione non esprimono segnali incoraggianti, mentre invece saranno fondamentali per tentare di mantenere sede ed attività di banca MPS sul territorio e per valorizzare le eccellenze senesi, perché la crisi della banca non deve essere fatta pagare alla società senese ma a coloro che ne sono stati i responsabili. Dovremo rapidamente adottare un modello organizzativo ed istituzionale meno burocratico e costoso, che attragga e difenda l’impresa privata, perché le risorse pubbliche saranno sempre meno e le tasse vanno ridotte».
«La gente comunque non sopporta più la politica inconcludente e che si occupa soprattutto di sé stessa, che non sa rispondere a bisogni elementari come il pagamento tempestivo dei debiti della Pubblica Amministrazione. Una delle poche carte che non al centrosinistra ma all’Italia resta da giocare è certamente Matteo Renzi, ma anche a Siena non facciamo l’errore di aver paura dell’innovazione e del coinvolgimento diretto dei cittadini, attraverso primarie finalmente aperte che producano una legittimazione dal basso piuttosto che un’investitura dall’alto. In coerenza con le firme di quei 2200 cittadini senesi che hanno già firmato per me, io sono pronto a partecipare alle primarie per scegliere il candidato a sindaco di Siena, da convocare prima possibile. Da uomo del PD, con la mia storia politica ed amministrativa».