«Anche nella sconfitta, Matteo Renzi porta una ventata nuova nella politica. Un’ammissione chiara del risultato, l’appoggio al vincitore, la lealtà col partito e col popolo del centrosinistra, l’assunzione diretta della responsabilità. I grandi uomini si vedono nelle traversie, non nei trionfi».
Con queste parole Bruno Valentini, sindaco di Monteriggioni, militante del Pd che ha appoggiato Matteo Renzi alle primarie di coalizione, analizza i risultati del ballottaggio di ieri, domenica 2 dicembre.
«In realtà la partita delle Primarie si era giocata tutta al primo turno. Non ci sono stati significativi spostamenti: i sostenitori di Bersani e di Renzi hanno sostanzialmente confermato il primo voto, così come i supporters degli altri candidati hanno in buona misura seguito l’indicazione di appoggiare Bersani. Anche il tipo di regole, prima con il percorso macchinoso della registrazione distinta dal voto e poi con l’esclusione di chi avrebbe voluto partecipare solo al ballottaggio, era fatto per circoscrivere l’alea del risultato finale. Ovviamente ciò non annebbia l’affermazione di un leader politico saggio, serio ed anche simpatico come Bersani, che ha comunque avuto dalla sua parte il 90% del PD ed il grosso degli organi di informazione, nonché di grandi organizzazioni di massa come la CGIL ed altre associazioni di categoria, oltre ai partiti della coalizione. Non sovrapporrei comunque in toto la figura di Renzi col movimento che ha saputo suscitare e che non attendeva altro che chi ne avrebbe rappresentato la voglia di aggiustare una politica che non funziona. Più che fans di Matteo, il 40% circa di votanti al ballottaggio e tutti coloro che dall’esterno hanno guardato per affinità al suo progetto tifavano per un’accelerazione al cambiamento che anche Bersani ha promesso ma con meno convinzione e minore affidabilità, visto il recente passato. A parte la strenua resistenza di coloro che avevano paura di perdere i propri incarichi (ho letto di chi ha equiparato la propensione per Renzi a sputare nel piatto “dove si mangia”), molti temevano che Renzi fosse una quinta colonna che avrebbe finito per sfasciare tutto, un inquinamento ideale della Bibbia della sinistra italiana. Non sarà così, anzi senza questa componente non si vincono le prossime elezioni o comunque si rischia una vittoria dimezzata, esposta al condizionamento od al ricatto di chi sosterrà il prossimo governo in Parlamento se non addirittura alla prosecuzione della sovranità limitata del mandato politico dei cittadini esercitata in questo anno da Monti ed i suoi tecnici. E adesso? Entrambe le parti devono dimostrare la maturità che la gravissima crisi del Paese richiede, accantonando tentazioni da una parte di monopolizzazione del potere e dall’altra di autoemarginazione accidiosa financo alla prefigurazione di un ulteriore soggetto politico. Una volta saliti sull’autobus e scelto il conducente per alzata di mano, si punta dritti alla meta. Però non abbiamo scherzato, non finisce qui la battaglia per liberare la politica dalla melassa conservatrice e per modernizzare la società italiana. Primarie sempre, primarie ovunque. E dopo, tutti col vincitore. Bersani, guidaci verso il rinnovamento che ci aspettiamo e che abbiamo promesso all’Italia».