La prima settimana di Dicembre ha visto i lavori della Camera concentrati sull’approvazione del provvedimento per il rifinanziamento delle missioni militari all’estero e sulla ratifica del protocollo tra Italia, Grecia ed Albania per il TAP, (Trans-adriatic pipeline), il progetto di gasdotto che porterá gas dai giacimenti del Mar Caspio alle reti di distribuzioni europee. Adesso ci si avvia al tour de force della legge di stabilitá, passaggio fondamentale per le scelte economiche e le conseguenti ricadute sociali del prossimo anno.
La notizia principale della settimana politica viene peró dall’esterno del Parlamento, ma lo coinvolge pesantemente. Come ampiamente pronosticato, la Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale della legge elettorale Calderoli in tutti e due i punti sottoposti al vaglio: ovvero il premio di maggioranza e la mancanza delle preferenze. Nello specifico la Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale delle norme della legge n. 270/2005 che prevedono l’assegnazione di un premio di maggioranza (sia per la Camera dei Deputati che per il Senato della Repubblica) alla lista o alla coalizione di liste che abbiano ottenuto il maggior numero di voti e che non abbiano conseguito, almeno, alla Camera, 340 seggi e, al Senato, il 55% dei seggi assegnati a ciascuna Regione. La Corte ha inoltre dichiarato l’illegittimità costituzionale delle norme che stabiliscono la presentazione di liste elettorali ‘bloccate’, nella parte in cui non consentono all’elettore di esprimere una preferenza. Le motivazioni della Corte saranno rese note con la pubblicazione della sentenza, che avrà luogo nelle prossime settimane, ma è sempre più chiaro che bisogna fare in fretta una nuova legge elettorale. La stessa Consulta ha specificato, inoltre, che il Parlamento può sempre approvare nuove leggi elettorali, secondo le proprie scelte politiche, nel rispetto dei principi costituzionali.
Nel frattempo in Aula va in onda l’ennesima polemica dei Cinque Stelle, che dopo la sospensione di ieri della seduta denunciano di nuovo la “totale illegittimità” del Parlamento in carica. La solita scenata di cattivo gusto a uso mediatico, utile soltanto ad aumentare il clima di conflitto ed instabilità nel Paese. Occorre invece prendere in mano la situazione e andare avanti nelle soluzioni a questa empasse legislativa. La presidente della Camera, Laura Boldrini ha ribadito che “La Camera è pienamente legittima e legittimata a operare” e dunque dobbiamo operare in questa direzione. Superare il Porcellum non tornando indietro ad una legge da “Prima Repubblica”, riconoscendo che i tempi sono profondamente cambiati e la forbice tra eletti ed elettori si è drammaticamente allargata. Abbiamo un grosso problema di credibilità, ed è per questo che occorre grande serietà e coerenza, oltre che la piena consapevolezza che il tempo della politica deve assolutamente accelerare e mettersi al passo con i tempi urgenti dettati dai bisogni del Paese. La Politica ha l’imperativo di giungere, nel minor tempo possibile, a proporre una nuova, buona legge elettorale, a partire dalla quale si ricostruisca il rapporto di fiducia tra le persone e le istituzioni. In questo quadro certamente non facile noi del PD abbiamo una scadenza congressuale che può invertire la tendenza che è di molti ad un distacco disilluso dalla politica. Riprendiamo la parola allora, e andiamo a votare alle primarie del PD domenica 8 Dicembre, ognuno per il candidato che rappresenta meglio l’idea di futuro che abbiamo in mente. Partecipiamo, perché occorre ragionare tutti insieme, ognuno con la propria sensibilità, ciascuno con il proprio pezzettino di responsabilità. Tra chi urla e grida allo sfascio e chi si trincera dietro i riti di una politica lontana dalla vita vera riaffermiamo una volta di più che si può cambiare e in meglio, e che questo è possibile con il concorso di tutte e di tutti noi.