Estate, tempo di vacanze ma anche di resoconti e buoni propositi per il futuro. I senesi, tranne i giorni del Palio e delle feste in Contrada, si ritrovano sotto gli ombrelloni e parlano, discutono, si accalorano. Davanti al bagnasciuga due amici, Cecco e Beppe, non più giovanissimi ma da sempre attenti a quel che accade a Siena, iniziano a parlare di politica visto che dalla fine dell’estate inizieranno i giochi per le prossime elezioni amministrative.
I ragionamenti si fanno via via sempre più animati e poi il discorso finisce sul “Manifesto dei valori” che Unione Popolare Senese ha pubblicato per invitare i senesi a partecipare al progetto comune di cambiamento di Siena, “alternativo” ai partiti.
Il nostro cronista, in costume e cappellino d’ordinanza, assiste silenzioso al confronto e prova a raccontare la cronaca di questo dialogo marino, i punti maggiormente salienti depurati da battute, pause, discutibili intercalari.
Dunque,
Cecco: Ho letto il “Manifesto dei valori” ma non mi piace per niente una proposta che dichiara di voler unire e che, come primo obbiettivo, pone criteri di esclusione (perché poi il limite è il 1992?).
Replica Beppe: Si, è vero, probabilmente le radici del disastro di Siena risalgono almeno alla metà degli anni ‘80. È comprensibile, però, che vogliano marcare una differenza. Semmai a me mi stona quel dichiararsi “io sono onesto” e “noi siamo rimasti estranei”. Se lo sei stato, la gente l’ha visto dai comportamenti, non c’è bisogno di dillo. Insomma, la premessa mi pare un po’ superflua. Ma per il resto?
Dice Cecco: Tutto il resto, fino al penultimo capoverso, mi pare un insieme di roboanti espressioni dentro le quali ci può stare tutto e niente.
Replica Beppe: Su questo non sono d’accordo, leggile come il tentativo di individuare la bussola, una specie di direzione di marcia.
Rintuzza Cecco: A ogni modo il punto che mi pare degno di discussione è quello dei dieci temi da porre al confronto. L’impressione, anche in questo caso, è che non ci sia minima idea di ciò che significa amministrare una Città, l’onestà e la trasparenza sono solo presupposti ai quali vanno aggiunti progettualità, competenza e visione di lungo periodo. Mi pare manchi la sana ambizione di lasciare il segno con l’indicazione di un progetto complessivo per la città dei prossimi vent’anni.
Beppe di rimando: concordo con te ma in fondo il “Manifesto dei valori” per ora sollecita proposte; infatti l’hanno sottotitolato “Premesse per un impegno”. Ma te su cosa incentreresti l’attenzione?
E Cecco tutto serio: Per me bisogna parlare di Siena e del territorio e di come s’arriva alla gestione unitaria con i Comuni vicini, se non all’unificazione. Oppure di un progetto di mobilità e sosta urbana ed extraurbana, pubblica e privata, che affronti sul serio la regolamentazione dei flussi di traffico da sud e da nord. E, poi bisogna entrare nel merito dei bilanci e delle risorse del Comune e di tutte le società partecipate. Ma anche dei rapporti da costruire con la Regione, le Università, l’Ospedale, la USL e gli altri enti pubblici che operano sul territorio e che fanno scelte importanti senza un vero quadro di riferimento, che spetta al Comune tracciare e definire.
Annuisce Beppe: Giusto. Se il progetto civico inclusivo andrà avanti, questi temi sembrano ineludibili.
Continua Cecco: E altrettanto si può dire di alcune importanti industrie insediate a Siena e dintorni e potrei continuare con un elenco di grandi problemi, senza sottovalutare che, poi, ci sono gli aspetti nient’affatto secondari della amministrazione del giorno per giorno: dalla pulizia al decoro, alla vigilanza, alla sicurezza, ai servizi e quant’altro.
Puntualizza Beppe: Tutte cose che devono trovare specificazione progressiva col concorso più ampio. Non per niente i promotori hanno scelto di mettere solo i titoli ai dieci temi, annunciando per settembre un’ampia consultazione. Non ti sembra una scelta assennata che tende a favorire la partecipazione?
Risponde Cecco: Non sono cose che si possono improvvisare o, peggio, abborracciare.
Chiosa Beppe: Certo. Ma, per questo, si può, anzi si deve ricorrere alle competenze. Riusciremo prima o poi a ricordarci che abbiamo da coinvolgere le risorse umane di due Università? Possibile che nessuno sia disponibile ad adoperarsi per il Bene comune?
Affonda il coltello Cecco: Bisognerebbe essere capaci di dimostrare che qui non si servono interessi particolari, che qui non ci sono i partiti perennemente occupati all’autoconservazione e alla gestione bruta del potere e che i cittadini possono essere capaci di darsi regole precise, rese pubbliche e partecipate ed anche inflessibilmente difese con la sanzione del controllo democratico.
E Beppe: Si apre una grande sfida. Una scommessa se vuoi: creare insieme un contesto in cui potenzialmente tutti si sentano partecipi e responsabili.
Replica Cecco: Ma io continuo a pensare che tutto questo non può costruirsi con i contributi dal basso. Chi ambisce a guidare la città, è tenuto per primo ad elaborare una piattaforma di programma sulla quale aprire una grande discussione e partecipazione popolare. E poi manca il leader…
Riflette Beppe: Esatto. Il leader indiscusso non c’è e, aggiungo, menomale. Ne abbiamo abbastanza di superuomini che si rivelano nanetti o, al massimo, umani come tanti. Per me si può trovare una sintesi tra la proposta dell’elite illuminata e la partecipazione consapevole. Servono regole vincolanti e poi, una rosa di candidati che si confrontano in elezioni primarie e si obbligano, in caso di vittoria, a non derogare dalle linee programmatiche sottoscritte e sottoposte a controllo. Perché non dovrebbe essere possibile?
Riponde piccato Cecco: Semplice; perché il civismo è frantumato in mille rivoli. I rivoli sono dispersi. Ma non si possono raccogliere meccanicamente come non ha senso mettere una accanto all’altra tutte le bandierine. La sommatoria delle sigle non serve, qualcuno l’ha già detto. Servirebbero le persone, senza preclusioni preconcette, senza etichette. Con idee e voglia di riscatto.
Ormai fa caldo qui sul bagnasciuga, la spiaggia si è via via affollata e Cecco e Beppe si sono accalorati oltre misura, smanettando e imprecando davanti al mare. Il nostro cronista si ferma qui, convinto che i contenuti raccolti possano essere spunti interessanti e sollecitino il dibattito. Alla prossima.
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