è racchiusa la lunga e appassionante avventura della
primarie. Dal ballottaggio escono due protagonisti:
Pierluigi Bersani, candidato premier, rafforzato da un
grande consenso popolare e Matteo Renzi, al quale va il
merito di aver combattuto una battaglia coraggiosa e leale,
incarnando quella voglia di rinnovamento e di novità che
soffia forte nel Pd e in Italia. Renzi ha dato un contributo
importante per fare del Pd un partito più moderno ed
aperto. L’entusiasmo e le energie che si sono liberate,
grazie a lui, saranno determinanti per vincere le politiche
del 2013 e far tornare il centrosinistra alla guida del
Paese. Bersani, accettando la sfida lanciata da Renzi, è
riuscito a non cedere a chi, anche all’interno del
partito, avrebbe voluto evitare il confronto. Bersani ha
dimostrato di aver ragione, ottenendo un risultato che,
oggi, lo rende il leader del centrosinistra e fa
volare il Pd a oltre il 30 per cento dei consensi. Un
risultato straordinario che, per essere mantenuto, avrà
bisogno di decisioni coraggiose e innovative sul fronte del
rinnovamento.
I milioni di italiani che sono tornati a votare hanno
dimostrato che, ancora oggi, c’è chi ha voglia di
partecipare e di far valere la propria opinione. E’ un
bene per la nostra democrazia. E’ un bene per l’Italia.
Da ieri è nato un nuovo centrosinistra e un nuovo Pd come
speranza per gli italiani che vogliono scommettere sul
futuro del loro Paese.
Grazie a Bersani e a Renzi niente sarà più come prima:
nella politica italiana e in quella senese. Il voto delle
primarie a Siena fa nascere un nuovo Pd e archivia quello
della fusione a freddo del 2007, la cui natura subì
forti condizionamenti dallesigenza di stabilità nel
Comune e dalle resistenze che ne ritardarono la
costituzione. Ora, grazie al messaggio di critica e di
speranza arrivato da migliaia di senesi, abbiamo il dovere
di lavorare per costruire un Pd più aperto, pluralista
nelle culture, e non negli interessi, e vero strumento di
partecipazione e inclusione. Un passaggio che ritengo sia
oggi condiviso dalla più larga parte degli elettori di
Renzi e di Bersani e che è un’evoluzione naturale della
linea della discontinuità. Per questo è importante che
le forze che si battono per il rinnovamento e per superare
le logiche di gruppo possano unire le loro energie per la
città. Sono grato a Matteo Renzi per l’attenzione positiva
che ha sempre dedicato a Siena: prima come sindaco di
Firenze con le dichiarazioni a tutela del Palio, poi con
l’adesione di Firenze al percorso di candidatura di Siena
capitale europea della cultura e infine come candidato
alle primarie, con il suo intervento alla Fortezza Medicea e
soprattutto, nei giorni scorsi, quando al Palaestra, ha
usato parole di grande speranza e di ottimismo per Siena,
senza omettere gli errori del passato. Sono sempre stato
convinto che Renzi avrebbe allargato il consenso del Pd in
Italia e in Toscana. Oggi nella nostra Regione possiamo
così contare su due grandi personalità: Enrico Rossi e
il sindaco di Firenze. Se con Pierluigi Bersani il
centrosinistra vincerà le politiche, inoltre, Siena
potrà contare su un governo amico al quale chiederemo un
accordo su quattro temi che ci stanno a cuore: la sfida per
Siena capitale della Cultura europea con il Santa
Maria della Scala; il mantenimento del capoluogo; il
recupero delle antiche mura e delle Caserme Bandini e Santa
Chiara, per avviare un progetto di recupero edilizio a
consumo zero di territorio. C’è ancora tanto lavoro da
fare per rinnovare e innovare il Pd e noi stessi. Da oggi lo
faremo con la forza dei quasi 39 mila senesi che ci chiedono
di non tornare indietro.