Cenni (Pd): “In Parlamento la legge sulla doppia preferenza per i consigli comunali”

onorevole del Pd Susanna Cenni

“Il meccanismo è semplice: si possono dare uno o due voti di preferenza nell’elezione dei consigli comunali. Qualora si esprimano due preferenze, devono essere date a un uomo e a una donna, altrimenti la seconda preferenza è annullata. Inoltre, le liste non possono avere meno del 30% di rappresentanza di un genere: qualora le liste esprimano una prevalenza superiore di un genere sull’altro, per la validità della lista si procede alla cancellazione dei candidati in eccesso dalla fine della lista a risalire e, se ciò non è possibile, la lista non è valida”. Con queste parole l’onorevole Susanna Cenni, parlamentare toscana del Partito democratico, spiega alcuni dei principali articoli previsti nel testo unificato che prevede disposizioni per il riequilibrio delle rappresentanze di genere negli enti locali e nei consigli regionali, discendente da numerose proposte di legge depositate da tutti i gruppi. Un testo, quindi, bipartisan.

 

 

 

“Il Parlamento – commenta Cenni – con l’approvazione di questo testo potrebbe davvero segnare una pagina positiva di questa legislatura, consentendo al nostro Paese di fare un piccolo passo avanti verso un orizzonte di democrazia paritaria e risalendo così qualche scalino dalla posizione assai in basso occupata in ogni classifica del Gender Gap. Il testo, di fatto già legge ad esempio per l’elezione del consiglio regionale della Campania, e osservato positivamente dalla Corte Costituzionale, potrebbe cambiare gli equilibri all’interno di consigli comunali, giunte, consigli regionali e commissioni di concorso”.

 

 

 

“Non si tratta di quote rosa – aggiunge Cenni – ma di ben altro, come hanno avuto modo di osservare costituzionalisti ed esperti intervenuti in Commissione affari costituzionali. È il primo passo verso norme che Francia, Germania, Spagna, Regno Unito, per non parlare del nord Europa, hanno adottato già da tempo. In teoria tutte le forze politiche sostengono il testo, ma già in passato (1995 testo Prestigiacomo) iniziative ampiamente condivise e sollecitate dagli organismi Comunitari sono stati affossati nel segreto del voto. La Commissione Affari Istituzionali ha fatto un lavoro approfondito e serio in proposito. Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano auspica una donna al Quirinale nel 2013, e soprattutto le donne Italiane si sono mobilitate in tutto il Paese per chiedere un cambio di passo. Sarebbe assai grave che la politica e il Parlamento dimostrassero di essere più arretrati della Corte Costituzionale e del resto del mondo”.

 

 

 

La deputata toscana ha fatto un appello a tutte le forze politiche affinché questo testo venga discusso alla luce del sole guardando soprattutto alle ragazze italiane, più istruite ma anche più penalizzate dalla crisi, che oggiAggiungi un appuntamento per oggi sono in grado di svolgere qualsiasi ruolo con competenza. “E’ una buona occasione – conclude Cenni – per ridare senso vero alla politica, alla buona politica, nel momento di massima distanza tra i cittadini e i partiti. Quella che ai talk show preferisce l’ascolto, quella che alla personalizzazione sfrenata preferisce la costruzione collettiva, quella più vicina alla vita quotidiana, più caratterizzata dalla sobrietà e più praticata dalle donne”.

 

 

 

L’iter della legge è seguito dai movimenti delle donne e dalle donne del Pd, che stanno promuovendo iniziative a sostegno. La Conferenza provinciale delle donne sta predisponendo un ordine del giorno che sarà presentato in consiglio provinciale e nei consigli comunali. Il progetto che è stato assunto dalla Conferenza è la democrazia paritaria, per un cambiamento culturale capace di ricostruire un legame tra cittadini ed eletti. È per questo motivo che la Conferenza delle donne ha espresso apprezzamento e sostegno al testo sulla doppia preferenza presentato alla Camera.