«Parliamo adesso di Siena, delle opere pubbliche per la collettività e dei suoi spazi. Affrontando il tema della cultura abbiamo infatti individuato come un nodo da risolvere la ricerca di spazi, di luoghi dove permettere la produzione, la diffusione e la fruizione di cultura e di spettacoli. Ci siamo concentrati negli ultimi anni in progetti grandiosi, come l’auditorium o la ridefinizione istituzionale del Santa Maria della Scala, ma abbiamo abbandonato la nostra Fortezza medicea che in passato era stata al centro di molte idee anche illustri. Negli ultimi anni sono stati perseguiti scenari di sviluppo totalmente fuori scala in rapporto ai bisogni e alla disponibilità di risorse economiche culminate nella folle idea dello spostamento dello stadio e nella realizzazione del parco del Rastrello con tanto di auditorium».
Pasquale D’Onofrio, candidato di Sinistra Ecologia e Libertà alle primarie per il sindaco di Siena propone una revisione dei metodi di progettazione per gli spazi culturali cittadini, lanciando la proposta di un riuso della Fortezza Medicea che parta dalla sostenibilità ambienta, sociale ed economica.
«Anche se nell’ultimo mandato c’è stata una correzione di rotta imposta dalle mutate condizioni economiche non sembra essere stata compresa la soluzione del problema che non consiste solo in un ridimensionamento delle opere pubbliche da realizzare ma in una rivoluzione del modo di progettarle e di gestirle».
«Progettare e gestire un’opera pubblica in modo sostenibile significa porsi subito alcune domande: a quali bisogni risponde, quali comportamenti sociali stimolerà, che impatto avrà sulle risorse di base (suolo, acqua, aria), quanto costerà mantenerla, quali risorse economiche stimolerà. Sono domande ovvie dettate dal buon senso che una Città “drogata” dai finanziamenti della Fondazione non ha mai voluto porsi».
«Facciamo quindi un’operazione nuova, ribaltiamo la visione e proviamo a sorprendere Siena con una tra le tante proposte possibili e sostenibili che presentiamo alla città: un uso della Fortezza medicea come grande contenitore di eventi culturali, legate soprattutto alla musica ed all’aggregazione. Non a caso qui ha sede il Siena Jazz, altro fiore all’occhiello della città che negli ultimi anni è stato dimenticato dalle istituzioni e dalle amministrazioni: un centro di produzione e diffusione riconosciuto in tutta Europa ma che fatica a sopravvivere a Siena».
«Tornando alla fortezza si può pensare alla realizzazione in maniera leggera, interrata e non impattante di uno spazio polivalente per spettacoli teatrali e musicali per circa 250 posti. Soprattutto questo spazio dovrà coinvolgere nella sua gestione le scuole di musica e i gruppi teatrali o di danza locali, ritessendo i fili di quello che inizialmente doveva essere lo spazio Lapini fuori porta Pispini».
«Inoltre lo spazio della Fortezza, la sua piazza, possono diventare un punto di riferimento per eventi espositivi e spettacoli di massa alleggerendo l’uso – a volte non adeguato – che si è fatto del Campo. Certo, sarebbe un’altra città rispetto a quella che conosciamo, ma sarebbe una città migliore, che si potrà in piena regola candidare a capitale della cultura».
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