Politica

Elezioni europee, riparte il dibattito sul voto per i fuorisede. Gli studenti: “Solo in Italia non si vota online”

Mancano pochi mesi al voto per il rinnovo del Parlamento europeo e in Italia torna in voga il dibattito sui fuorisede, che ancora oggi sono in difficoltà per poter esercitare il proprio diritto.

“Tenuto conto che le elezioni europee si svolgeranno lʼ8 e 9 giugno e che il 20 aprile è il termine ultimo per lʼemanazione del decreto di convocazione dei comizi elettorali, i tempi per lʼesercizio della delega legislativa e per i conseguenti adempimenti tecnici e organizzativi appaiono ristretti”. È ciò che ha detto il ministro dellʼInterno Piantedosi al question time dopo unʼinterrogazione sul disegno di legge sullʼadozione di eventuali decreti per consentire il voto agli studenti fuorisede. Una situazione che dunque, non riesce a sbloccarsi e che obbliga nuovamente gli studenti universitari a tornare nel proprio Comune per poter votare. L’opinione dei ragazzi fermati per strada è unanime:

“Che ci fossero le elezioni europee lo sapevano da cinque anni – commenta un fuorisede del dipartimento di scienze politiche -. Non è possibile che si siano svegliati solo adesso per risolvere questa questione. Stanno facendo di tutto per allontanare i giovani dalla politica”.

“Nel resto dell’Europa i fuorisede votano online – spiega uno studente di Rieti – e non capisco perché in Italia non vogliano provvedere. Io sono abbastanza vicino a casa, quindi non sarà un problema, ma per i ragazzi che abitano al Sud o peggio ancora nelle isole, sarà impossibile presentarsi alle urne”.

L’Italia è l’unico Stato europeo che ancora non consente il voto online e ciò porta ad un enorme calo della partecipazione. Inoltre, come confermato dagli stessi universitari, l’8 ed il 9 giugno sono giorni che coincidono con le sessioni d’esame, dunque le cose si complicano maggiormente.

“Abito a Messina – commenta una studentessa – ed è impensabile prendere l’aero o il traghetto solo per andare a votare. A giugno abbiamo gli esami e come si può pensare che sia possibile andare a casa e tornare subito. Credo che la situazione sia deprimente e non accetto che l’Italia rimanga così indietro”.

“I trasporti costano e non è giusta una situazione del genere – spiega un ragazzo di Matera -. Ho sempre votato, ma questa volta credo che sia impossibile per me e mi dispiace molto. Invito il Governo a riflettere sulle scelte fatte finora”.

Pietro Federici

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