Condivido – e faccio mio – il grido d’allarme lanciato dal presidente della CNA Paolo Parodi. Sono troppe le occasioni di sviluppo e di lavoro che Siena ha perso negli ultimi anni. Spesso per miopia, dettata da logiche di conservazione dell’esistente. Inutile nasconderselo: la ricchezza della città sembrava infinita; e non c’era bisogno di lavorare a nuovi modelli di sviluppo. L’attuale crisi di Siena – che è una crisi nella crisi – ha rotto il cielo di cartapesta della rendita di posizione. E molti settori che trainavano il Pil cittadino – dall’artigianato, all’edilizia (per non parlare del commercio) – stanno affogando in una recessione senza precedenti.
L’impoverimento di Siena è un destino ineluttabile? No; purché la svolta, che invoca Parodi, non venga ulteriormente rimandata. Specie per settori come quello dell’edilizia. Dove lo stillicidio di piccole e piccolissime imprese che gettano la spugna non fa notizia; ma i numeri, sommati insieme, sono ugualmente impressionanti alla chiusura di una grande azienda. E i costi sociali sono altissimi.
Ecco la necessità di una discontinuità epocale nelle politiche pubbliche locali del settore.
Se la gente non ha soldi in tasca (stipendi ridotti, cassa integrazione, precarietà lavorativa, mancanza di lavoro giovanile) è difficile che investa ’nel mattone’. Ci sarebbe, però, chi vorrebbe investire in piccoli adeguamenti, ampliamenti, miglioramenti che, se agevolati sul piano urbanistico, darebbero lavoro a tante imprese.
In attesa che il mercato si risvegli, va dunque riattivato subito il circuito dell’edilizia, liberando risorse per consentire nuovi investimenti pubblici, che hanno una ricaduta immediata; coinvolgendo investitori istituzionali, come la Cassa depositi e prestiti, ma anche fondi comuni d’investimento pubblici-privati, investitori privati, ecc. Si potrebbe puntare sulle manutenzioni e sul recupero del patrimonio esistente, a iniziare da quello del Comune di Siena; sugli adeguamenti sismici e sulla messa a norma degli edifici pubblici, a partire da quelli scolastici. E va eliminato del tutto il fenomeno dei ritardati pagamenti. Ma soprattutto, bisogna lavorare a un nuovo Piano-città, previsto anche dal Decreto sviluppo; sarebbe un’importante scommessa anche per riqualificare le nostre periferie e pensare a politiche urbanistiche di piccolo o piccolissimo impatto, ma più vicine ai bisogni dei cittadini.
Sono sincero: la cosa che più mi amareggia è che, a fronte, di un tema che coinvolge direttamente la vita lavorativa di numerose persone, il dibattito e la relativa attenzione sia per lo più incentrata sulla ‘soap opera’ delle primarie del Pd senese; un teatrino che ci saremo risparmiati. E’ sintomatico che il partito che ha gestito tutti gli enti cittadini, sprechi ormai le sue energie solo nella lotta per gli assetti di potere interno.
Il presidente Parodi denuncia giustamente una situazione di crisi di un tessuto imprenditoriale, che non è spuntata all’improvviso, ma ha una coda lunga, formatasi nel corso degli anni. Questo è un elemento di riflessione per la CNA e per tutte le associazioni di categoria senesi; il modello politico, con cui hanno dovuto confrontarsi, si è rivelato più interessato a vedere nelle categorie dei bacini elettorali piuttosto che i protagonisti dello sviluppo. Segno evidente che questa classe politica è, ormai, scollegata dalla vita reale.
Da parte mia c’è la più ampia disponibilità ad aprire un confronto con tutti i soggetti portatori d’interessi economici, a partire dalla CNA, per ragionare insieme sulle misure più adeguate per rilanciare il nostro tessuto imprenditoriale; per questo, invito fin da ora il presidente Parodi ad un incontro da fare il prima possibile. Vogliamo bene a Siena e abbiamo interesse a vederle rialzare la testa come merita; ma non è più il tempo di comprare tempo.
Eugenio Neri
Candidato Sindaco di Siena