“Ma quale conseguenza del downgrading dell’Italia, altri enti locali hanno
fatto meglio del Comune di Siena e meglio anche dell’Italia, quindi è evidente
che la gestione dei bilanci di Siena non sia per nulla estranea al taglio
deciso da Moody’s”. E’ quanto dichiarano i sei ‘dissidenti’ del Pd, gli ex
consiglieri comunali di Siena Giovanni Bazzini, Anna Gioia, Luca Guideri, Lucio
Pace, Alessandro Piccini, Gianluca Ranieri, replicando alle dichiarazioni di
Lorenzo Brenci dell’esecutivo del Pd di Siena.
“Brenci non sa di cosa parla, sostiene che il rating di un’amministrazione
locale non possa superare quella dello Stato – proseguono gli esponenti Pd – e
per questo Siena sarebbe stata tagliata di due gradini fino alla valutazione di
Baa2 come già successo per l’Italia in precedenza. Non si capisce, però, come
questo possa essere vero se nello stesso comunicato in cui viene illustrato il
downgrading di Siena, Moody’s parla anche del taglio di altre amministrazioni
locali, come la Regione Lombardia e le province autonome di Trento e Bolzano,
che però sono state passate rispettivamente a Baa1 e A3, quindi con un rating
superiore a quello dell’Italia di Baa2 e anche di Siena”.
“Sorprende tra l’altro – aggiungono i sei ex consiglieri – che nello stesso
giorno in Piemonte il Pd possa giustamente chiedere conto alla Regione dell’
abbassamento del rating deciso da Moody’s mentre a Siena una parte dello stesso
Pd si scagli contro chi sottolinea che la bocciatura dell’agenzia di rating
conferma una situazione poco chiara del bilancio comunale”.