Tutte le forze politiche, e prima ancora i senesi, hanno preso piena consapevolezza della crisi che ha travolto la città e le sue istituzioni e del fatto che a pagarne le spese sono coloro che a Siena, per nascita o per scelta, vivono, studiano o lavorano.
Se una delle cause è da individuarsi nella crisi globale che colpisce in modo sempre più distruttivo, causando la chiusura di attività economiche e la perdita di posti di lavoro, bisogna onestamente ammettere che il nostro territorio si è dimostrato debole ed incapace di reagire, nonostante per tanti anni abbia goduto di risorse aggiuntive che avrebbero dovuto salvaguardarlo da situazioni difficili come quella che stiamo vivendo.
Noi socialisti, continuatori politici di quella tradizione riformista che a Siena riuscì ad esprimere diversi ottimi amministratori pubblici e sindaci della città, siamo convinti che l’inizio della discesa morale e “tecnica” coincida con il venir meno della guida di una forza di ispirazione autenticamente socialista e riformista: dopo l’ultimo sindaco socialista, dai primi anni ’90, la guida delle principali istituzioni cittadine è stata prevalentemente affidata a un monocolore politico, che non ha saputo formare adeguatamente una classe dirigente all’altezza delle sfide che la città aveva davanti.
Ma un’altra causa della crisi è secondo noi da ricercare nell’assenza di un reale confronto politico e di adeguate forme di controllo e vigilanza; per questo, prima di aderire ad un programma politico e di sottoscrivere una qualsiasi alleanza, vogliamo un confronto sulle idee e i progetti per il futuro del governo della città.
Lo scontro interno al Partito Democratico, basato su polemiche, lotte di potere e personalismi e non sul confronto di idee e programmi, trascinando tutto il centro sinistra sull’orlo del baratro, rischia di condizionare il futuro di enti e istituzioni cittadine e conferma la primaria necessità di un ricambio della classe dirigente di questa città, che dovrebbe avvalersi di nuove figure finora escluse dalla vita pubblica, ma che possiedono le competenze che potrebbero aiutare ad uscire dalla crisi.
Come abbiamo più volte pubblicamente riconosciuto, il Partito Socialista Italiano a Siena ha partecipato maggioranza di centro sinistra che ha amministrato la città in questi ultimi anni e si assume, in quota parte, la responsabilità di ciò che sta accadendo; analogamente però, pretende che gli siano riconosciuti i meriti di tanti anni di Buongoverno, quando i sindaci socialisti gettavano le basi per fare di Siena la città ricca, colta e attrattiva che è stata fino a poco tempo fa.
Da settimane stiamo lavorando alla composizione della lista dei candidati e alla stesura del programma elettorale, basato sui cardini della storia e della cultura socialista, che mettono al primo posto il lavoro e le giuste esigenze di solidarietà sociale ed economica.
I socialisti saranno al fianco dei lavoratori e si adopereranno per evitare che neppure un posto di lavoro sia sacrificato a causa o per grave colpa della cattiva amministrazione: siamo e saremo al fianco dei lavoratori dell’Università e della banca Mps, delle aziende in crisi e di quelle che hanno attivato la cassa integrazione, così come saremo al fianco dei dipendenti delle cooperative che rischiano il proprio posto per scelte sbagliate, come al Santa Maria della Scala.
Attendiamo l’esito delle varie indagini della Magistratura che coinvolgono enti fondamentali per l’economia cittadina, come l’Università, il Monte dei Paschi ed il mondo della sanità, e pur ribadendo la nostra cultura garantista e mai giustizialista, auspichiamo che sia fatta rapidamente chiarezza sulle responsabilità e che siano duramente puniti coloro che hanno approfittato della Cosa Pubblica per conseguire vantaggi personali.
Nella scelta dei nostri compagni di viaggio non potremo prescindere da alcuni punti e soprattutto dalla necessità di un radicale cambiamento di mentalità e prospettiva.
Dove possibile devono essere attivate collaborazioni fra risorse pubbliche e private, poiché non c’è nulla di sconveniente nel compenso percepito dall’imprenditore che, attraverso investimenti produttivi regolati da un contratto di servizio, abbia contribuito alla messa a reddito di potenziali risorse culturali cittadine altrimenti solo parzialmente utilizzate; la realizzazione di una multisala cinematografica con attività di accoglienza e ristorazione nella zona Duomo, Santa Maria, Palazzo del Capitano, potrebbe essere un esempio di quanto sosteniamo.
Secondo noi queste non sono eresie, ma strade percorribili per sbloccare lo stallo attuale. Saper cambiare mentalità è anche questo: aprirsi all’esterno, abbandonando definitivamente la convinzione della totale autosufficienza, senza aspettare “salvatori” che a caro prezzo intervengano per prolungare (ma per quanto tempo?!) l’agonia di strutture che potrebbero essere fondamentali per lo sviluppo e la vita della città. Abbiamo un enorme patrimonio culturale, che, se adeguatamente valorizzato, potrebbe essere uno dei motori della ripresa di Siena!
Dobbiamo riconsiderare immediatamente le ultime decisioni in materia di edilizia privata, posizione peraltro già espressa dal nostro partito in fase di approvazione del regolamento urbanistico nel gennaio 2011. Diciamo “No” al consumo del territorio, ma allo stesso tempo siamo promotori di investimenti sul territorio: recupero dell’esistente, ma anche possibilità per i privati cittadini di costruire e migliorare quanto di loro proprietà senza tanti vincoli che sembrano fondati più su retaggi culturali che “tecnici”.
Dobbiamo riempire i contenitori vuoti del centro storico, strutture oggi in “disarmo”, condividendo con le associazioni di categoria l’inserimento di artigianato e commercio in maniera equa.
Considerato il venir meno (almeno nell’immediato futuro) delle risorse pubbliche o provenienti dalla Fondazione Mps, è necessario consentire (e magari incentivare) ai privati di investire sulla nostra cultura ed insieme valorizzare Siena e la sua storia.
La progettualità a lungo termine è necessaria, ma ora è prioritario realizzare le tante piccole cose, che congiuntamente potrebbero dare una svolta alla nostra disastrata economia locale.
E a proposito di piccole cose, una prerogativa fondamentale per noi, forza politica capillarmente radicata sul territorio, in un momento in cui la risoluzione dei problemi economici globali è oggettivamente complicato, è l’ascolto, l’ascolto dei cittadini e dei loro problemi, dei loro consigli, perché insieme alla grande progettualità, la nostra politica continuerà anche ad essere anche quella della “buca nella strada”, delle tariffe del campo scuola, dei tetti in amianto o dello spostamento dei cassonetti.
Noi vogliamo una città aperta e solidale, una città che si confronta e che non ha paura del futuro, una città pronta a destrutturare i vecchi saperi e le vecchie abitudini per crearne di nuove. Per questo deve rapidamente terminare l’atteggiamento da resa dei conti o liste di prescrizione e riprendere la partecipazione di tutte le forze democratiche che vorranno apportare il proprio contributo.
È tempo di ridisegnare un nuovo futuro per la città avvalendosi delle capacità degli individui e dei partiti, analogamente a quanto fanno le altre città d’Italia che non possono e non hanno potuto contare sulla distribuzione di contributi provenienti da una Fondazione e/o da una Banca.
Siena ha risorse, storia ed energie per uscire da questa crisi. Fare programmi e progetti per il futuro significa anche dire pubblicamente, con grandissima sincerità ed in modo trasparente ciò che del passato non ci è andato bene e che non intendiamo più avallare o sottoscrivere.
Il nostro percorso volto al bene di Siena è iniziato nel 1892, insieme alla nascita del Psi ed intendiamo proseguirlo.
Psi Comunale Siena